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dc.contributor.advisorRoyer Carfagni, Gianni-
dc.contributor.advisorVignali, Giuseppe-
dc.contributor.authorMosna, David-
dc.date.accessioned2020-04-18T09:14:10Z-
dc.date.available2020-04-18T09:14:10Z-
dc.date.issued2020-03-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/4039-
dc.description.abstractLa presente tesi ha avuto come oggetto di studio la valutazione della sostenibilità ambientale di un nuovo sistema per la valorizzazione dello scarto alimentare generato durante la fase di distribuzione e vendita al dettaglio all’interno della regione Emilia-Romagna. Per la realizzazione di questo documento è stato adottato il metodo denominato Life Cycle Assessment (LCA), metodo sempre più utilizzato per quantificare gli impatti ambientali di attività, prodotti e sistemi produttivi attraverso l’identificazione e la quantificazione dell’energia e dei materiali impiegati e delle emissioni rilasciate nell’ambiente durante l’intero ciclo di vita. Dopo una introduzione generale relativa al metodo LCA, dalle sue origini, alle normative che lo regolamentano e alle fasi in cui è strutturato (Capitolo 1), è stata eseguita poi una panoramica sul problema del Food Waste a livello globale, sulla sua evoluzione la sua quantificazione lungo tutta la filiera agroalimentare (Capitolo 2). Nel terzo capitolo è stato descritto un nuovo progetto - denominato “SORT” - che ha come fine ultimo la valorizzazione dello scarto alimentare generato durante le fasi di distribuzione e vendita al dettaglio tramite lo spacchettamento e la valorizzazione delle diverse matrici alimentari. Nel capitolo 4 è stata valutata la sostenibilità ambientale dell’utilizzo di scarti alimentari a base farina (come pane, biscotti e pasta) per la produzione di mangimi animali. Nel complesso, questo studio dimostra chiaramente che il metodo di produzione di mangimi per animali che utilizzano in parte lo scarto alimentare (in questo caso prodotti da forno e pasta) può essere un'opzione più rispettosa nei confronti dell’ambiente rispetto alla produzione tradizionale di mangimi dove vengono utilizzati ad esempio cereali coltivati appositamente. Il capitolo 5 è incentrato su uno studio di impatto ambientale condotto seguendo la metodologia LCA e relativo alla produzione di Pet Food tramite l’utilizzo di scarti alimentari a base carne. I prodotti a base di carne, infatti, hanno un impatto ambientale significativo (dovuto, in particolare, alle fasi di allevamento e macellazione) e lo spreco di questi prodotti alimentari è un problema enorme dal punto di vista ambientale. Il problema è aggravato dal fatto che la durata di conservazione dei prodotti a base di carne è spesso limitata, poiché la maggior parte di questi prodotti sono freschi e non trasformati. Sulla base di queste considerazioni, questo studio ha valutato i benefici ambientali derivanti dall'uso della frazione di carne proveniente dai rifiuti alimentari confezionati, in sostituzione della carne allevata appositamente che viene impiegata attualmente per la produzione di alcuni alimenti per animali domestici. La principale conclusione di questi risultati è che le fasi aggiuntive di raccolta, conservazione, smistamento e disimballaggio dei rifiuti alimentari hanno un impatto limitato sull'ambiente rispetto all'impatto causato dall'allevamento e dalla macellazione del tessuto muscolare, che è particolarmente rilevante nel caso di pet food a base di carne bovina. Nel caso del prodotto paté, l'attuale uso di sottoprodotti provenienti dai macelli ha un effetto piuttosto limitato sull'impatto ambientale. Il capitolo 6 valuta l’impatto ambientale di un nuovo processo industriale per il recupero e valorizzazione dei materiali di imballaggio derivati da rifiuti alimentari confezionati. Ogni anno nella Regione Emilia-Romagna 14.300 tonnellate di alimenti confezionati raccolti dai negozi al dettaglio e durante la fase di distribuzione vengono sprecati e inviati alle discariche. Tra queste quantità, circa il 13,8% (ovvero 1.973 tonnellate / anno) è costituito da materiale da imballaggio che, al momento, non è né smistato né riciclato. Un modo per risolvere questo problema è introdurre un complesso sistema di raccolta e smistamento in grado di spacchettare il food waste e quindi separare la matrice organica dal proprio packaging. Sulla base di queste premesse, lo studio effettua una valutazione ambientale di un sistema in grado di raccogliere il food waste dalle strutture di distribuzione e punti vendita e inviarlo a una struttura di smistamento, dove i materiali di imballaggio verranno suddivisi e inviati alla migliore opzione di fine vita. Nel complesso, questo studio dimostra che il processo proposto, che comprende la selezione e una valorizzazione del fine dei materiali di imballaggio come ad esempio il riciclaggio e la termovalorizzazione, può offrire vantaggi ambientali rispetto allo scenario attuale in cui i materiali di imballaggio di scarti alimentari vengono smaltiti in discarica. Nel capitolo 7 si propone una valutazione ambientale di diversi scenari di logistica inversa per la raccolta di rifiuti alimentari confezionati dalla catena di vendita al dettaglio della regione Emilia-Romagna (Italia), spedendoli a una serie di centri di distribuzione per lo stoccaggio e ad una struttura di smistamento dove viene spacchettato, con l'obiettivo per deviarlo dallo smaltimento in discariche verso canali alternativi. L’ottimizzazione dei trasporti costituisce un elemento significativo per il miglioramento della sostenibilità ambientale del settore agroalimentare. Attualmente è in fase di sviluppo uno studio finale sull’analisi ambientale globale del progetto SORT che va a riassumere e completare gli studi descritti in questo documento. Grazie ad uno studio globale che comprende la valorizzazione di tutte le frazioni divise e del packaging, si avrà una visione completa a livello ambientale delle performance di questo ambizioso progetto pilota che potrà essere replicato anche in altre regioni italiane con alcuni accorgimenti. In conclusione, la sostenibilità ambientale della filiera agroalimentare costituisce una tematica centrale dei giorni nostri, rispetto alla quale il dibattito rimane aperto e l’attenzione da parte di organizzazioni, istituzioni e mondo della ricerca dovrebbe essere sempre crescente. Il lavoro da fare è tanto ma la strada, che pure rimane in salita, non è invalicabile e per percorrerla è necessario il contributo di tutti gli attori del settore che hanno la responsabilità di rendere reale quel concetto di sviluppo sostenibile la cui attuazione rappresenta una necessità inderogabile.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Ingegneria e architetturait
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Ingegneria industrialeit
dc.rights© David Mosna, 2020it
dc.subjectLCAit
dc.subjectFood Wasteit
dc.subjectecofeedit
dc.subjectwaste valorisationit
dc.titleApplicazione della metodologia lca (life cycle assessment) per la valorizzazione dello scarto alimentare generato nei punti vendita dell’Emilia Rromagnait
dc.title.alternativeApplication of lca (life cycle assessment) for the valorization of food waste collected from the distribution and retail phases in Emilia Romagna regionit
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurING-IND/17it
Appears in Collections:Ingegneria industriale. Tesi di dottorato

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