Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/1889/5360
Full metadata record
DC FieldValueLanguage
dc.contributor.advisorCapra, Marco-
dc.contributor.authorCarluccio, Raffaella-
dc.date.accessioned2023-06-21T10:46:10Z-
dc.date.available2023-06-21T10:46:10Z-
dc.date.issued2023-
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1889/5360-
dc.description.abstract«Il girotondo delle muse verdiane». Itinerari critici nelle messinscene verdiane del secondo dopoguerra. Come afferma Pierluigi Petrobelli, Giuseppe Verdi si colloca come evento unico e determinante nella storia della musica europea. Unico nel senso che nessun altro compositore – eccettuato forse Richard Wagner, l’eterno antagonista – ebbe una eguale ricchezza di atteggiamenti, una pari molteplicità di esperienze e di interessi, sia culturali che politici e sociali. Se la paternità wagneriana della teorizzazione del concetto di “Teatro Totale” rimane un dato sedimentatosi da tempo nella nostra coscienza culturale, meno scontato risulta poter guardare all’opera verdiana come a una concertazione tra più arti. Come afferma Mary Jane Philips-Matz, Verdi fece effettivo impiego delle peculiarità rossiniane per creare quello che è diventato «il teatro totale della nostra epoca». Quel teatro che proprio per Artaud coincideva con un spazio in cui il suono e il rumore, da percepire più fisicamente piuttosto che intellettualmente, rimane l’essenza finale dell’azione scenica. A partire da una disamina del concetto di sinestesia delle arti che inizia ad affermarsi in Europa già a partire dalla fine del XIX secolo, il lavoro qui presentato vuole guardare, in un’ottica sincretica, alle letture interpretative che la messinscena, in tutte le sue componenti, ha dato del dramma verdiano. A tale scopo si propone lo studio di rappresentazioni sceniche delle opere di Verdi avvenute nei principali teatri italiani a partire dal secondo dopoguerra, mettendo in luce le linee di corrispondenza o di allontanamento rispetto al linguaggio rappresentativo tradizionale. Il progetto – la cui originalità emerge anche nel suo riferirsi a un periodo storico tutt’ora assai poco considerato dagli studi di settore e musicologici in particolare – si propone di scandagliare, attraverso la teorizzazione, l’analisi e la ricezione critica esercitate dalla stampa periodica musicale e generalista in campo nazionale, il ruolo di prim’ordine che il particolare rapporto tra le componenti sceniche svolge in un contesto dalla natura polisemica quale è quello del teatro d’opera e rispetto al quale il ruolo esercitato da Verdi risulta essere stato determinante.en_US
dc.language.isoItalianoen_US
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Discipline umanistiche, sociali e delle imprese culturalien_US
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Scienze filologico-letterarie, storico-filosofiche e artisticheen_US
dc.rights© Raffaella Carluccio, 2023en_US
dc.rights.urihttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/*
dc.subjectGesamtkunstwerken_US
dc.subjectGiuseppe Verdien_US
dc.subjectcritical receptionen_US
dc.subjectdirectoren_US
dc.subjectset designen_US
dc.subjectopera theatreen_US
dc.title«Il girotondo delle muse verdiane». Itinerari critici nelle messinscene verdiane del secondo dopoguerraen_US
dc.title.alternative"Verdi's Roundabout of Muses". Critical itineraries in Verdi's post-World War II stagingsen_US
dc.typeDoctoral thesisen_US
dc.subject.miurL-ART/07en_US
dc.rights.licenseAttribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 Internazionale*
Appears in Collections:Antichistica, Lingue, Educazione, Filosofia. Tesi di dottorato

Files in This Item:
File Description SizeFormat 
Tesi di Dottorato - Raffaella Carluccio - in PDF-A (31-03-2023).pdf
  Until 2024-06-01
Tesi di dottorato - Raffaella Carluccio1.38 MBAdobe PDFView/Open Request a copy
Relazione triennale Dottorato_RC_31323.docx
  Restricted Access
Relazione triennale dottorato - Raffaella Carluccio31.53 kBMicrosoft Word XMLView/Open Request a copy


This item is licensed under a Creative Commons License Creative Commons