Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/1889/4743
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dc.contributor.authorMartini, Giuseppe-
dc.date.accessioned2022-05-20T07:10:23Z-
dc.date.available2022-05-20T07:10:23Z-
dc.date.issued2021-12-
dc.identifier.issn2038-8411-
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1889/4743-
dc.description.abstractVerdi, nonostante il culto personale per Dante, ha messo in musica solo tre testi religiosi considerati allora di paternità dantesca. In tutte e tre le circostanze, l'espressività raccolta e la propensione a un sublime consono alla poesia dantesca vengono tradotti in un aggiornamento dello stile polifonico rinascimentale di Pierluigi da Palestrina.en_US
dc.language.isoItalianoen_US
dc.rightsAttribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 Internazionale*
dc.rights.urihttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/*
dc.subjectGiuseppe Verdien_US
dc.subjectrisorgimentoen_US
dc.subjectOberto, conte di San Bonifacioen_US
dc.subjectPater nosteren_US
dc.subjectPezzi sacrien_US
dc.titleDante e Verdien_US
dc.typeArticleen_US
È visualizzato nelle collezioni:2021, Dossier 6. Disïata parola, imagine divina.
Parma per Dante 2019-2021


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