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dc.contributor.advisorOttoni, Federica-
dc.contributor.authorBorghi, Federica-
dc.date.accessioned2016-10-10T10:29:15Z-
dc.date.available2016-10-10T10:29:15Z-
dc.date.issued2016-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/3215-
dc.description.abstractIl motivo di una ricerca sul recupero del patrimonio rurale nasce da un crescente è interesse nei confronti dell’edilizia rurale storica, che ha visto negli ultimi anni una sempre più diffusa sensibilità culturale verso la qualità del paesaggio e verso le testimonianze storiche presenti sul territorio. In Italia, il paesaggio è tutelato dalla Costituzione attraverso l’articolo 9, ma è il Codice dei beni culturali e del paesaggio a comprendere esplicitamente «le architetture rurali aventi interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze dell'economia rurale tradizionale» tra i beni culturali. Tuttavia, nonostante l’importanza di questo patrimonio architettonico e paesaggistico sia riconosciuta (anche dalla normativa), solo in rari casi gli insediamenti rurali storici sono oggetto di specifico vincolo di tutela e la maggior parte di essi giace in stato di abbandono e avan¬zato degrado. Gli eventi sismici avvenuti nel maggio del 2012 in Emilia Romagna – regione a forte vocazione agricola – hanno colpito pesantemente l’edilizia rurale, mettendo in evidenza la precarietà degli edifici storici, che hanno subito, tutti indistintamente, massicci danni, se non crolli parziali o totali. È emersa quindi con evidenza la necessità di una strategia di consolidamento sismico, che si configura come intervento fondamentale per il mantenimento di questi fabbricati, i quali, nella quasi totalità dei casi, non presentano particolari accorgimenti costruttivi nei confronti delle azioni sismiche pur trovandosi, numerosissimi, su un territorio dal rischio sismico medio o elevato. Se a questo si aggiunge che il cambiamento delle tecniche di coltivazione e delle richieste di mercato, unito alle esigenze di un mutato stile di vita, ha portato al progressivo allontanamento dagli insediamenti storici, inadatti a rispondere alle nuove necessità produttive e abitative, si comprende come anche la conseguente mancata manutenzione abbia ulteriormente ridotto le capacità di resistenza al sisma di tali edifici. Il rischio, a meno che non si intervenga con azioni efficaci in tempi rapidi, è quello di veder scomparire un patrimonio di inestimabile valore culturale e storico-testimoniale. Lo scopo della ricerca è quindi quello di definire un protocollo di protezione "sismica", partendo dal necessario presupposto di identificare l’“edificio rurale storico” con un “bene di interesse culturale”, così come definito dal Codice. In materia di sicurezza sismica le Norme tecniche per le costruzioni (D.M. 14-01-2008) prevedono infatti per i beni di interesse culturale in zone dichiarate a rischio sismico la possibilità di limitarsi a interventi di “miglioramento”, anziché di “adeguamento”, previa relativa valutazione della sicurezza. Questa “deroga” consente di far conseguire agli edifici buone prestazioni attraverso interventi di entità limitata ed economicamente sostenibili costituendo, di fatto, un “incentivo” al consolidamento. Come spesso accade nello studio di edifici storici, il ricorso all’analisi tipologica diventa quindi uno strumento prima di tutto strutturale, finalizzato alla comprensione dell’edificio. Per questo motivo si è ritenuto necessario, per prima cosa, affrontare uno studio sistematico degli insediamenti rurali presenti nell’ambito territoriale emiliano, al fine di individuare le tipologie edilizie ricorrenti. Proprio perché in ciascuna tipologia gli elementi strutturali e le tecnologie costruttive sono ripetute, un’approfondita analisi consente di identificare meccanismi di danno “caratteristici” per ognuna di esse e quindi di proporre, per ciascuno dei meccanismi rilevati, specifiche soluzioni di intervento. I protocolli di protezione sismica sono stati, per queste ragioni, pensati proprio a partire dallo studio dei meccanismi di collasso che più frequentemente si verificano in tali edifici per ottenere il miglioramento della sicurezza attraverso operazioni circoscritte e predefinite. La metodologia di ricerca utilizzata consiste in un’accurata analisi storico-costruttiva e ambientale degli insediamenti rurali storici, basata su studi di comprovata validità che hanno messo in luce i caratteri distintivi delle architetture agricole storiche sorte nell’area oggetto di studio, ovvero la pianura emiliana, e nella successiva definizione delle caratteristiche costruttive, di resistenza sismica e di conservazione delle strutture per la determinazione di adeguati interventi di consolidamento sismico. È noto, da letteratura, che gli edifici storici in muratura non mostrano, in caso di sisma, un chiaro comportamento d’insieme – meccanismo globale – ma tendono piuttosto a reagire come tante parti indipendenti tra loro – macro-elementi – particolarmente sensibili a rottura per perdita di equilibrio più che per mancanza di resistenza. Nell’affrontare il consolidamento di edifici in muratura – come quelli oggetto di ricerca – è essenziale quindi riconoscere i meccanismi di collasso che interessano tali macro-elementi per individuare gli interventi locali necessari per il miglioramento della resistenza sismica, non solo dell’area interessata dal danno, ma dell’intero edificio. Questo approccio viene quindi applicato, nell’ambito della ricerca, agli edifici rurali per fornire a proprietari e tecnici uno strumento intuitivo e speditivo che consenta una rapida identificazione dei meccanismi di danno in atto e che fornisca soluzioni adeguate. L’ambito di studio è poi qui circoscritto alla pianura emiliana, partendo principalmente dalla constatazione di due emergenze: innanzitutto lo scarso, per non dire il mancato, riconoscimento del valore paesaggistico e testimoniale delle architetture rurali storiche che, insieme alle tecniche agricole e alle infrastrutture, hanno forgiato un paesaggio unico e distintivo, sottovalutato sia dalle comunità che lo detengono, per le quali costituisce uno “scenario di vita” storicamente consolidato e forse proprio per questo motivo “dato per scontato”, sia dagli enti preposti alla tutela; in secondo luogo, il danneggiamento, in molti casi irrimediabile, di gran parte degli edifici agricoli storici, causato dal recente terremoto del 2012, le cui azioni distruttive sono state “agevolate” dallo stato di deterioramento e di abbandono in cui si trovavano gli edifici. Determinante è stata la possibilità di disporre di un numero di casi studio, adeguatamente documentati (circa un centinaio di edifici oggetto, negli ultimi anni, dei corsi di laboratorio di consolidamento e restauro dell’Università di Parma), sufficientemente elevato da rendere “standardizzabili” i risultati dei rilievi e, conseguentemente, le soluzioni per il consolidamento. Il fine ultimo della ricerca è facilitare, anche attraverso la redazione di uno strumento di agevole consultazione e uso anche da parte dei “professionisti”, il recupero e la salvaguardia di un patrimonio particolarmente “a rischio”, quello rurale.it
dc.description.abstractThe historic rural settlements are essential evidences of the Italian heritage and civilization because they hand precious cultural, historical and environmental values down to the future generations. Although it’s historical importance, this heritage is rarely protected by specific laws. Because of the advancement of the mechanized and intensive farming and the consequent change of the lifestyle, a great part of these buildings were abandoned and now they are ruined and they risk to fall down definitively. Among other things, seismic events pose a serious threat to the preservation of the rural buildings because they don’t have anti-seismic devices, but they are located in an area, the Italian territory, where the level of the seismic risk/danger is medium-high. The aim of this research is to draw up guidelines for seismic reinforcement of rural buildings by studying a representative piece of buildings located into a delimited rural scenery. Indeed, in each rural scenery the historic buildings have the same structures and forms, so it’s possible to recognize the recurring structures which form each building and study their dynamic behaviour. The method consists of creating some data sheets in order to know the features of the landscape and the recurring features of the buildings like architectural types, structures and the most frequent damages which occur on them. Thanks to these data is possible to identify the typical seismic behaviour of each building and to propose the most suitable solutions to avoid the collapse. The guidelines for seismic reinforcement of rural buildings are efficient instruments to identify and solve the seismic damages and to safeguard this valuable built heritage, too much neglected until now.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Ingegneria Civile ed Architetturait
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Forme e strutture dell'architetturait
dc.rights© Federica Borghi, 2016it
dc.subjectrestorationit
dc.subjectseismic reinforcementit
dc.subjectrural heritageit
dc.subjectEmilian rural heritageit
dc.subjectrural buildingsit
dc.subjectguidelines for seismic reinforcementit
dc.subjectpreservation of rural heritageit
dc.subjectseismic behaviour of masonry buildingsit
dc.subjectseismic behaviour of historic buildingsit
dc.subjectmasonryit
dc.subjecthistoric masonryit
dc.subjectreinforcement of masonry buildingsit
dc.titleIl recupero del patrimonio rurale emiliano. Protocolli per il consolidamento sismico delle architetture rurali storiche.it
dc.title.alternativeRehabilitating the Emilian rural heritage. Guidelines for seismic reinforcement of rural buildings.it
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurICAR/19it
Appears in Collections:Ingegneria civile, dell'Ambiente, del Territorio e Architettura. Tesi di dottorato



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