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dc.contributor.advisorGatti, Monica-
dc.contributor.advisorBottari, Benedetta-
dc.contributor.authorSantarelli, Marcela-
dc.date.accessioned2012-07-02T13:05:36Z-
dc.date.available2012-07-02T13:05:36Z-
dc.date.issued2012-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/1906-
dc.description.abstractIl formaggio è un cibo biologicamente e biochimicamente dinamico contenente microorganismi sia intenzionalmente aggiunti come colture starter sia presenti come contaminanti avventizi di natura non-starter. La composizione della popolazione microbica si modifica sotto l’influenza di continui cambiamenti delle condizioni ambientali e delle interazioni tra i microorganismi durante la produzione e la stagionatura. Nel processo produttivo del formaggio, la selezione di parametri tecnologici può influenzare o anche indurre vari processi biochimici necessari per l’ottenimento di questo alimento. Le popolazioni microbiche presenti nel formaggio sono complesse e la loro crescita e attività rappresentano le fasi più importanti ma meno controllabili del processo di caseificazione. Lo scopo della presente tesi di dottorato è lo studio della diversità microbica e delle dinamiche delle colture starter, non-starter e dei microrganismi contaminanti coinvolti nei processi di produzione e stagionatura del formaggio. A tale scopo, diversi ecosistemi, dal latte crudo al formaggio, e la crosta sono stati studiati al fine di comprendere il ruolo specifico svolto dai vari microorganismi in ciascuna fase del processo di produzione e correlare la presenza di alcune specie microbiche con lo sviluppo di aromi e strutture desiderate del prodotto. Nello specifico, gli ecosistemi microbici di sieroinnesti naturali, formaggi duri italiani (Grana Padano e Parmigiano Reggiano), e della crosta naturale di un formaggio erborinato stagionato, sono stati studiati per tutto il processo di produzione e stagionatura mediante tecniche culture-dependent e culture-independent. Attraverso lo studio della microflora di sieroinnesti naturali e formaggi a partire dai primi giorni di produzione, è stato possibile descrivere l’attività fermentativa dei batteri lattici starter (SLAB) che determinano il processo di stagionatura del formaggio. L’acidità titolabile del sieroinnesto non è risultata essere in relazione né con la quantità di cellule (totali e coltivabili) né con il contributo specifico delle differenti specie. Elevate concentrazioni di acido lattico e aminoacidi liberi sono state trovate in formaggi con maggiori quantità della specie Lactobacillus helveticus e con alte densità di batteri termofili coltivabili. La presenza di galattosio residuo è risultata associata ad alti contenuti della specie Streptococcus thermophilus. Inoltre, la composizione in termini di biotipi dei sieroinnesti è apparsa molto più importante che la composizione in termini di specie nell’assicurare le buone performance dei sieroinnesti stessi. Una correlazione diretta tra la composizione delle specie SLAB e l’efficacia di acidificazione nei sieroinnesti non è stata trovata. Al contrario, nella matrice formaggio, l’attività fermentativa degli SLAB è sembrata essere specie-dipendente. Negli ecosistemi dei formaggi duri, sia gli SLAB che i LAB non-starter (NSLAB) sono apparsi contribuire all’acidificazione e alla maturazione. Tuttavia, gli SLAB, ed in particolare L. helveticus, sono risultati essere principalmente soggetti alla lisi che si verifica a 2 mesi di stagionatura. I NSLAB sono stati in grado di crescere dopo la salatura, diventando la maggioranza dei microorganismi durante la stagionatura. I NSLAB potrebbero provenire sia dal latte crudo che dal sieroinnesto naturale ed il loro contributo allo sviluppo delle caratteristiche del formaggio è ancora sconosciuto. Inoltre, la presenza di L. helveticus e Lactobacillus delbrueckii subsp. lactis in stato non coltivabile, fino a 13 mesi di stagionatura, suggerisce che queste specie potrebbero svolgere un ruolo diverso ma ancora sconosciuto nella stagionatura del formaggio. La microflora della superficie di un formaggio erborinato durante lo sviluppo naturale della crosta ha mostrato una diversità microbica composta da 14 generi di batteri (Enterococcus; Lactococcus; Leuconostoc; Macrococcus; Staphylococcus; Klebsiella; Brevibacterium; Corynebacterium; Brachybacterium;, Nocardiopsis;, Cobetia; Psychrobacter; Halomonas; Haererehalobacter), due generi di lieviti (Candida; Debaryomyces) e un genere di fungo filamentoso (Penicillium). Sono state osservate elevate e comparabili densità di batteri e lieviti vitali. E’ stata osservata inoltre, un’evoluzione batterica durante la formazione della crosta e nessun genere è rimasto costantemente presente per tutta la durata della stagionatura. Staphylococcus si è dimostrato il genere dominante durante le fasi precoci e successivamente è stato sostituito da Brevibacterium alla fine della stagionatura. Sfruttando esperimenti di interazione, sono stati osservati effetti di inibizione e stimolazione tra le specie; queste interazioni potrebbero spiegare come alcuni microorganismi contribuiscano alla formazione della comunità microbica. Candida catenulata e Debaryomyces hansenii hanno incrementato la crescita di Staphylococcus equorum mentre C. catenulata ha inibito la crescita di D. hansenii. Tuttavia, studi approfonditi dovranno essere svolti per valutare se le specie batteriche, di lievito e muffe sopracitate possano essere utili e svolgere un ruolo nello sviluppo dell’aroma e della struttura di altre varietà di formaggi che presentino simile crosta naturale. In conclusione, grazie ad approcci complementari culture-dependent e culture-independent, è stato possibile identificare quali microrganismi fossero principalmente coinvolti in ciascuna delle matrici casearie studiate, e definire l’importanza della loro presenza che, se in giusto equilibrio, può favorire l’ottenimento delle diverse caratteristiche peculiari di ciascun prodotto.it
dc.description.abstractCheese is a biologically and biochemically dynamic food containing microorganisms both deliberately added as starters and non-starter adventitious contaminants. The composition of microbial population changes under the influence of continuous shifts in environmental conditions and interactions occurring among microorganisms during manufacturing and ripening. In cheese manufacturing, the selection of technological parameters can influence and even induce several biochemical processes needed for this product. The microbiota present in cheese is complex and its growth and activity represent the most important, but the least controllable steps. The aim of the present thesis is the study of microbial diversity and dynamics of starter, non-starter and adventitious microorganisms involved in the cheese manufacturing and ripening processes. Thus, different ecosystems from raw milk to cheese and rind were investigated in order to comprehend the specific role played by microorganisms in each cheese making phase and to correlate the occurrence of certain microbial species with desired flavors and textures. In particular, the microbial ecosystems in natural whey starters, hard Italian cheeses (i.e. Grana Padano and Parmigiano Reggiano), and natural rind of mold-ripened cheese (i.e. blue cheese) were investigated throughout cheese manufacturing and ripening by culture-dependent and culture-independent techniques. By studying the microbiota in natural whey starters and cheese starting from the first days of manufacture, it was possible to describe the fermentative activity of starter lactic acid bacteria (SLAB) determining the ripening progress of the cheese. Whey starter titratable acidity did not seem to be related to the cell amount (total and cultivable cells) nor to the different species contribution. High concentrations of lactic acid and free aminoacids were found in cheeses with higher levels of Lactobacillus helveticus species and cultivable thermophilic bacterial densities. The presence of residual galactose was associated with higher contents of Streptococcus thermophilus species. In addition, the biotype composition of whey starters seemed to be far more important than the species composition in ensuring their good performances. A direct correlation between the composition of SLAB species and the acidifying efficacy in whey starters was not found. Contrarily, in the cheese matrix, the SLAB fermentative activity seemed to be species-dependent. In hard cheese ecosystems, both SLAB and non-starter LAB (NSLAB) seemed to contribute to acidification and ripening. However, SLAB, and in particular L. helveticus, resulted to be the species mainly subjected to the lysis occurring at 2 months of ripening. NSLAB were able to grow after brining, and became more relevant during ripening. NSLAB could arise both from the raw milk and the natural whey starter but their contribution to the development of cheese characteristics is still unknown. Furthermore, the presence of L. helveticus and Lactobacillus delbrueckii subsp. lactis in a non-cultivable state, up to 13 months of ripening, suggests that these species could play a different but still unknown role in cheese ripening. The microbiota on the surface of a blue cheese during the natural rind development showed microbial diversity comprising fourteen genera of bacteria (Enterococcus; Lactococcus; Leuconostoc; Macrococcus; Staphylococcus; Klebsiella; Brevibacterium; Corynebacterium; Brachybacterium;, Nocardiopsis;, Cobetia; Psychrobacter; Halomonas; Haererehalobacter), two yeasts genera (Candida; Debaryomyces) and one filamentous fungal genus (Penicillium). High and comparable densities of viable bacteria and yeasts were observed. Bacterial succession was observed during rind formation and no genus remained constant throughout ripening. The Staphylococcus genus dominated the early stages and then Brevibacterium the later stages. By using interaction experiments, inhibition and stimulation were observed among several species; these interactions could explain how some microorganisms contribute to community formation. Candida catenulata and Debaryomyces hansenii enhanced the growth of Staphylococcus equorum while C. catenulata inhibited D. hansenii growth. However, thorough studies need to be performed in order to evaluate whether the above mentioned bacteria, yeasts and molds can be beneficial and play a role in flavor and texture development of other cheese varieties with similar natural rinds. Overall, thanks to culture-dependent and culture-independent complementary approaches it was possible to identify which microorganisms were mainly involved in each dairy matrix and to address the importance of their presence that, if balanced, can help obtaining the distinctive features of each product.it
dc.language.isoIngleseit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma, Dipartimento di Sanità Pubblicait
dc.relation.ispartofseriesDottorato di Ricerca in Scienze e Tecnologie Alimentariit
dc.rights® Marcela Santarelli, 2012it
dc.subjectcheese microbial ecosystem, cheese surface microbiota, SLAB, NSLAB,it
dc.titleComposizione e dinamiche della microflora in differenti ecosistemi caseariit
dc.title.alternativeComposition and dynamics of microbiota in different dairy ecosystemsit
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurAGR-16it
dc.description.fulltextembargoed_20130601en
Appears in Collections:Scienze degli alimenti. Tesi di dottorato

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