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dc.contributor.advisorBurzacchini, Gabriele-
dc.contributor.authorGerboni, Serena-
dc.date.accessioned2010-06-22T10:46:32Z-
dc.date.available2010-06-22T10:46:32Z-
dc.date.issued2010-03-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/1440-
dc.description.abstractQuesto progetto di ricerca nasce dall’interesse dell’autrice per gli sviluppi della lirica corale greca arcaica, argomento che aveva già iniziato ad indagare durante la sua tesi di laurea in Lettere Classiche sul primo Partenio di Alcmane. In quest’ottica è parso interessante affrontare l’opera superstite di Ibico di Reggio, la cui fama è legata soprattutto ai carmi pederotici e alla celeberrima Ode a Policrate, ma che nondimeno è una figura fondamentale per lo sviluppo del genere lirico, sia monodico sia corale, al crocevia tra gli influssi poetici dell’Occidente ellenico (Magna Grecia) e l’Oriente (isole dell’Egeo). Grazie a un soggiorno di studio presso il Department of Greek and Latin di UCL – University of London, l’autrice ha potuto approfondire le proprie conoscenze papirologiche ed ispezionare i Papiri di Ossirinco attribuiti a Ibico, custoditi presso la Sackler Library di Oxford. In seguito a questa formativa esperienza si è deciso di concentrare il lavoro su un’edizione critica commentata dei frammenti di tradizione papiracea attribuiti a Ibico. I papiri presi in esame sono particolarmente significativi perché hanno contribuito storicamente all’evoluzione della critica ibicea. Per lungo tempo, dalla metà del secolo XIX in avanti, il Reggino è stato ostaggio di un pensiero critico che suddivideva la sua attività poetica in un primo periodo italico, a cui si dovrebbero attribuire carmi epico-narrativi, e in un secondo periodo samio – coincidente col soggiorno, documentato dal lessico Suda, del poeta presso il tiranno Policrate -, a cui apparterebbero i carmi pederotici dagli accenti lirici e intimistici. Il papiro pubblicato nel 1922, P. Oxy. 1790, restituì l’ode a Policrate e facilitò la nascita di una corrente interpretativa che considerava l’ode come una sorta di anello di congiunzione tra i due distinti periodi che caratterizzerebbero l’opera di Ibico, se non addirittura un carme programmatico ad inaugurazione del nuovo indirizzo poetico samio; l’effetto della pubblicazione di P. Oxy. 1790 fu quindi il consolidamento di questa tesi interpretativa di stampo evoluzionistico. L’importanza dei tre papiri pubblicati successivamente risiede proprio nel fatto che contribuiscono a ridimensionare tale ipotesi alquanto artificiosa, astratta, e costruita in base ad elementi avulsi dal contesto storico, per di più in mancanza di notizie biografiche certe riguardo a Ibico. Nel nostro lavoro abbiamo tentato di mostrare come i frammenti contenuti in particolare in P. Oxy. 2735 e 2637 contengano contemporaneamente elementi mitico-narrativi da una parte, mentre dall’altra si colgano accenti di carattere personale relativi a encomi per giovani di rara bellezza. Ad esempio nel fr. 16 (= S166 Dav.) la descrizione di un’atmosfera conviviale dai toni erotici (vv. 5-7) e l’elogio appassionato della bellezza di un personaggio ignoto (vv. 25-28), coesistono assieme ad una sezione mitico-narrativa nella parte centrale del carme – ovvero le vicende belliche dei Dioscuri ai vv. 15-21. Anche P. Oxy. 2637 ci offre caratteristiche ambivalenti: accanto al fr. 70 (= S220 Dav.), con tutta probabilità carme gnomico-narrativo, abbiamo i frr. 71-72 (= S221-S222 Dav.), in cui si possono riconoscere sfumature erotiche. Ancora, nel fr. 74 (= S224 Dav.) l’episodio mitico dell’uccisione di Troilo pais suggerisce una Stimmung erotica, tanto più che nell’ode a Policrate la bellezza dello stesso Troilo è elogiata in rapporto a quella di Policrate come oro tre volte raffinato rispetto all’oricalco (fr. 1,41ss. = S 151Dav.). Per comodità, e per alcune caratteristiche che compaiono nei suoi frammenti (vd. l’ode a Policrate), si potrà continuare a definire Ibico come lirico corale, ma senza dimenticare che la sua produzione coglie echi appartenenti a diverse sensibilità e diversi generi: sarà ben difficile inserire all’interno della lirica corale i celeberrimi frr. 286, 287 e 288 Dav. – gli appassionati paidika. Ancora, alcuni dei più recenti carmi di tradizione papiracea ci aprono un orizzonte estraneo all’opera di Ibico fino alla metà del XX secolo, ovvero quello dell’epinicio (cf. specialmente i frr. 16 = S166 Dav. e 26 = S176 Dav.). Riteniamo non si possa in alcun modo stabilire se effettivamente il Nostro operò all’interno di questo genere: possiamo però con certezza rilevare la presenza, nell’opera ibicea, di elementi che confluiranno successivamente nell’epinicio. In conclusione, i diversi generi letterari impiegati da Ibico non possono assegnarsi in base al momento biografico del poeta o alla sua posizione geografica, ma esclusivamente in base all’occasione del canto. Questi elementi, oltre a tracciare un profilo purtroppo non definito del Nostro, ci aiutano tuttavia a comprendere l’importanza del suo ruolo al crocevia dello sviluppo del genere lirico da un confine all’altro del mondo ellenizzato.it
dc.description.abstractThis research project reflects the author’s interest for the development of the archaic Greek lyric choral poetry, a topic she already investigated for her first Degree in Ancient Literatures, with a thesis about Alcman’s first Partheneion. Form this starting point it’s interesting to study the work of Ibycus of Regium, whose reputation is mostly due to the famous Polycrates’ ode, although he is a key figure in the development of both monodic and choral lyric poetry, standing between the poetic influences from Hellenic West (Magna Grecia) and East (Aegean Islands). Thanks to a study period spent at UCL’s Department of Greek and Latin (University of London), the author improved her papyrological competences and inspected the Ibycean papyri from the Oxyrhynchus series, kept in the Sackler Library at Oxford. After this educational experience the author decided to focus her efforts on a commented critical edition of the papyracean fragments attributed to Ibycus. The examined papyri are particularly significant as they contributed to the development of the Ibycean criticism from an historical point of view. For a long time, from mid-nineteenth century onwards, Ibycus has been taken hostage of a critical trend dividing his poetic activity into a first italic period, which epic-narrative poems should be attributed to, and in a second samian period – the poet’s stay at Polycrates’ court, according to the Suda lexicon -, which erotic poems belong to. The papyrus published in 1922, P. Oxy. 1790, revealed the Polycrates’ ode and gave birth to an interpretative trends considering the ode as a sort of trait d’union between the two periods which the Ibycean activity would be composed of; furthermore, it has been regarded as a programmatic ode to inaugurate the new samian poetic period: the result of the the publication of P. Oxy. 1790 was the strenghtening of this evolutional kind of interpretation. The three papyri published between 1967 and 1983 are very significant as they contribute to cast doubt on this artificial hypothesis, built according to the fragmentary informations we have about Ibycus’ biography. In this work we tried to show how some fragments of P. Oxy. 2735 and 2637 mostly contain mythological-narrative elements and at the same time very personal feelings for the praise of beautiful boys as well. For examples in fr. 16 (= S166 Dav.) the description of a sympotic context with erotic nuances (vv. 5-7) and the passionate praise of the beauty of an unknown addressee (vv. 25-28), stand next to a mythological-narrative part in the centre of the poem – that is the Dioscuri’s war stories at vv. 15-21. P. Oxy. 2637 offers ambiguous features as well: apart from fr. 70 (= S220 Dav.), quite probably a gnomic-narrative poem, we recognize erotic topics in frr. 71-72 (= S221-S222 Dav.). Furthermore, in fr. 74 (= S224 Dav.) the mythical event of the killing of Troilus pais suggests an erotic Stimmung, considering also the fact that in the Polycrates’ ode the beauty of Troilus himself is praised in comparison to the Polycrates’ one, as gold already thrice-refined to orichalc (fr. 1,41ss. = S 151Dav.). For our advantage, because of some features in his fragments (see the Polycrates’ ode), we may keep on regarding Ibycus as a choral poet, but we must not forget his poetic production includes echoes from different sensibilities and literary genres: it is quite uncomfortable to classify as choral poery the famous frr. 286, 287 e 288 Dav. – the passionate paidika. Again, some of the most recent papyracean poems of Ibycus offer a perspective unknown to us until mid-twentieth century, such as the epinician ode (see especially frr. 16 = S166 Dav. and 26 = S176 Dav.). We believe it is not possible to state whether Ibycus wrote epinician odes for real or not, though we find for sure some elements which will be peculiar of the epinician ode in the following century. To conclude, it is not possible to classify the different literary genres used by Ibycus according to his biography or to his geographical position, but only according to the occasions of singing. These data, beside tracing an unfurtunately inaccurate profile of Ibycus, help us understand his importance in the development of lyric poetry within the borders of the Hellenic world.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Filologia Classica e Medievaleit
dc.relation.ispartofseriesDottorato in Filologia Greca e Latinait
dc.rights© Serena Gerboni, 2010it
dc.subjectlirica corale arcaicait
dc.subjectarchaic choral lyric poetryit
dc.titleIbycea. Edizione critica e commento dei frammenti di tradizione papiracea attribuiti a Ibico di Reggio (P.Oxy. 1790+2081, 2735, 2637, 3538).it
dc.title.alternativeIbycea. Critical edition and comment of the papyracean fragments attributed to Ibycus of Regium (P. Oxy. 1790 + 2081, 2735, 2637, 3538).it
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.soggettarioIbico - Opere - Frammenti - Tradizione e critica del testoit
dc.subject.miurL-FIL-LET/02it
dc.description.fulltextopenen
Appears in Collections:Antichistica, Lingue, Educazione, Filosofia. Tesi di dottorato

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