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Title: Disturbo da deficit di attenzione e iperattività ed Epilessia con crisi di assenza dell’infanzia : un approfondimento sulla comorbidità
Other Titles: Attention Deficit and Hyperactivity Disorder and Childhood Absence Epilepsy : a study of comorbidity
Authors: Ioppi, Anna
Issue Date: Mar-2024
Publisher: Università di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgia
Document Type: Master thesis
Abstract: INTRODUZIONE: Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) rappresenta una comorbidità piuttosto comune nei bambini affetti da epilessia con crisi di assenza dell'infanzia (CAE). La forma più comunemente osservata risulta essere il tipo inattentivo. METODI E OBIETTIVI: Il seguente lavoro si propone di presentare (oltre a una panoramica teorica sui temi relativi a CAE, ADHD e attenzione) una revisione narrativa della letteratura, al fine di esaminare la comorbidità tra ADHD e CAE, considerando i dati clinici e le origini fisiopatologiche di tale associazione. Si indaga anche l’esistenza di eventuali caratteristiche specifiche nei pazienti affetti dalla comorbidità, nonché i deficit attentivi non attribuibili a una diagnosi di ADHD nei bambini con CAE. La revisione narrativa si propone infine di affrontare ed esaminare gli approcci terapeutici e le prospettive prognostiche relativi a questa comorbidità. RISULTATI: I dati clinici evidenziano una frequente manifestazione di problemi attentivi nei bambini affetti da CAE, con un’elevata sovrapposizione di sintomi tipici dell’ADHD, specialmente di sottotipo inattentivo, rispetto alla popolazione generale. La relazione tra CAE e ADHD risulta particolarmente complessa, poiché vi è la possibilità che la CAE venga diagnosticata erroneamente come ADHD e viceversa. Inoltre, i bambini affetti da CAE spesso mostrano compromissioni dell'attenzione intercritica non diagnosticabili come ADHD, le quali possono persistere nonostante il trattamento efficace delle crisi epilettiche. Sono state evidenziate differenze significative nei punteggi di valutazione dell'attenzione tra bambini con CAE e gruppi di controllo sani. L'analisi ha mostrato una maggiore distraibilità e un bisogno di supervisione più elevato nei bambini con CAE rispetto ai controlli. Ulteriori ricerche tramite il Continuous Performance Task (CPT) confermano questi risultati, mostrando una compromissione dell'attenzione intercritica nei bambini con CAE risultante in un aumento degli errori di omissione e tempi di reazione più lunghi rispetto ai controlli. Le compromissioni dell'attenzione intercritica sono state riscontrate anche in compiti che valutano l'attenzione divisa e la prontezza. L'analisi della comorbidità sintomatologica tra CAE e ADHD ha evidenziato una maggiore intensità dei sintomi inattentivi nei bambini con ADHD rispetto a quelli con sola CAE, secondo l'Attention Deficit Disorder Evaluation Scale—Home Version (ADDES-HV). Confrontando i profili di attenzione, si sono riscontrati maggiori errori di commissione nei soggetti con CAE e ADHD rispetto ai controlli. Studi sulla fisiopatologia dei deficit attentivi nella CAE hanno mostrato una ridotta attivazione delle insule anteriori e della corteccia frontale mediale (MFC), con una connettività cerebrale più compromessa in ambito emisferico destro. Per ciò che concerne le basi fisiopatologiche comuni tra CAE e ADHD, emerge l’importanza della Default Mode Network (DMN), che vede un’iperattivazione nei soggetti con ADHD ed anomalie funzionali nei bambini con crisi d'assenza. In termini di terapia, è stata indagata l’efficacia di farmaci come etosuccimide, acido valproico e lamotrigina nei pazienti con CAE. L’etosuccimide risulta la monoterapia ottimale, in quanto risulta il farmaco più efficace nel controllo delle crisi con minore impatto sulla disfunzione attentiva rispetto agli altri farmaci indagati. Per quanto riguarda la prognosi, la letteratura attuale manca di studi specifici sull'evoluzione a lungo termine dell'ADHD nei pazienti con CAE e si concentra principalmente sulle implicazioni psicosociali, evidenziando maggiori difficoltà scolastiche, problemi comportamentali, relazioni familiari e amicali più complesse, e una maggiore prevalenza di problemi psichiatrici ed emotivi rispetto ai controlli. CONCLUSIONI: Il panorama di conoscenze relativo alla comorbidità tra CAE e ADHD risulta ancora incompleto, specialmente rispetto alla prognosi a lungo termine dei deficit attentivi e all’impatto dei farmaci anticrisi di ultima generazione. Inoltre si segnala la necessità di approfondire ulteriormente la comprensione della fisiopatologia sottostante la comorbidità tra CAE e ADHD. Interventi mirati potrebbero includere l’implementazione di diagnosi precoce e trattamento tempestivo, il sostegno e la fornitura di indicazioni chiare ai familiari e al contesto sociale di riferimento, nonché il controllo di eventuali ulteriori comorbidità.
INTRODUCTION: Attention Deficit Hyperactivity Disorder (ADHD) commonly co-occurs in children with childhood absence epilepsy (CAE), the predominantly observed form of ADHD being the inattentive subtype. METHODS AND OBJECTIVES: This study aims to provide a narrative review of the literature, in addition to theoretical overviews on CAE, ADHD, and attention, to examine the comorbidity between ADHD and CAE. It considers clinical data and pathophysiological origins of this association. The study also investigates specific characteristics in patients with this comorbidity, as well as attention deficits not attributable to ADHD in children with CAE. Furthermore, the narrative review attempts to address therapeutic approaches and prognostic perspectives related to this comorbidity. RESULTS: Clinical data reveal frequent attentional issues in children with CAE, with a high overlap of typical ADHD symptoms, particularly of the inattentive subtype, compared to the general population. The relationship between CAE and ADHD is complex, as CAE can be misdiagnosed as ADHD and vice versa. Specifically, children with CAE often exhibit interictal attentional impairments not diagnosable as ADHD, which may persist despite effective treatment of epileptic seizures. Studies have found significant differences in attention assessment scores between children with CAE and healthy control groups. The analysis showed greater distractibility and higher supervision needs in children with CAE compared to controls. Further research using the Continuous Performance Task (CPT) confirmed these results, demonstrating interictal attentional impairments in children with CAE through increased omission errors and longer reaction times compared to controls. Interictal attentional impairments were also found in tasks assessing divided attention and readiness. Analysis of symptomatic comorbidity between CAE and ADHD revealed greater intensity of inattentive symptoms in children with ADHD compared to those exclusively with CAE, according to the Attention Deficit Disorder Evaluation Scale—Home Version (ADDES-HV). Comparing attention profiles, higher commission errors were observed in subjects with CAE and ADHD compared to controls. Studies on the pathophysiology of attention deficits in CAE have shown reduced activation of the anterior insula and the medial prefrontal cortex (MFC), with more compromised brain connectivity in the right hemisphere. Regarding common pathophysiological bases between CAE and ADHD, the importance of the Default Mode Network (DMN) emerges, with hyperactivation in subjects with ADHD and functional abnormalities in children with absence seizures. Regarding therapy, the efficacy of drugs such as ethosuximide, valproic acid, and lamotrigine has been investigated in CAE patients. Ethosuximide appears to be the optimal monotherapy as it has been found to be the most effective drug in controlling seizures and has shown fewer negative impacts on attentional dysfunction compared to other drugs. As for prognosis, current literature lacks specific studies on the long-term evolution of ADHD in patients with CAE and primarily focuses on psychosocial implications, highlighting greater academic difficulties, behavioral problems, more complex family and peer relationships, and a higher prevalence of psychiatric and emotional problems compared to controls. CONCLUSIONS: The knowledge landscape regarding the comorbidity between CAE and ADHD remains incomplete, especially concerning therapy with newer generation antiseizure medications and prognosis. Additionally, there is a need to deepen understanding of the pathophysiology underlying the comorbidity between CAE and ADHD. Implementing targeted interventions on prognosis of attention deficits associated with CAE would be beneficial. These interventions might include early diagnosis followed by timely treatment at symtpoms onset, support and guidance for both the family and the social context, as well as the management of additional comorbidities.
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