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dc.contributor.advisorRollo, Dolores-
dc.contributor.authorCarraro, Federico-
dc.date.accessioned2024-04-18T10:50:50Z-
dc.date.available2024-04-18T10:50:50Z-
dc.date.issued2024-03-22-
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1889/5635-
dc.description.abstractIl seguente elaborato, si prefigge l’obbiettivo di indagare il rapporto tra le funzioni esecutive, definite come un insieme di operazioni coordinate di vari processi volti a compiere un’azione in maniera flessibile ed in contesti non abituali, ed il disturbo da deficit d’attenzione ed iperattività ossia l’etichetta diagnostica utilizzata per rappresentare e delineare all’interno di una specifica categoria, una popolazione eterogenea di persone che manifesta una serie di difficoltà su diversi versanti, di cui i più noti sono l’attenzione, l’iperattività e l’impulsività secondo i criteri diagnostici dei moderni manuali DSM-V ed ICD-11. Partendo dal substrato neuroanatomico, il controllo esecutivo è riconducibile alle aree frontali, in particolar modo alla corteccia prefrontale che sembrerebbe svolgere una funzione fondamentale nel controllo esecutivo dei comportamenti. Anomalie a carico di questa ed altre regioni quali gangli della base, cervelletto e corpo calloso, suggeriscono la causa d’insorgenza dei disfunzionamenti tipici del disturbo. I casi clinici trattati, che indagano i differenti versanti del disturbo attentivo, iperattivo ed oppositivo-provocatorio in relazione alla funzione esecutiva deficitaria, delineano questa correlazione. Tramite la somministrazione del test WISCH-IV come strumento di valutazione delle capacità cognitive e come parte dell’iter per la diagnosi nei soggetti trattati, si delinea altresì la relazione tra il disturbo e l’intelligenza, definita come un processo mentale che permette di acquisire nuove idee e capacità che consentono di elaborare concetti, attingendo dati dall'esperienza per risolvere in modo efficace diversi tipi di problemi. I casi clinici presentati offrono, infine, una panoramica sulle strategie d’intervento. Un approccio multimodale farmaco-psicologico rappresenta ad oggi la strategia più efficace. Le categorie di farmaci somministrate, fanno riferimento alla natura stimolante (Metilfenilato) per quanto riguarda l’umore e non stimolante (Atomoxitina) al fine di inibire i comportamenti disfunzionali. L’approccio psicologico prevede sedute di psicoterapia, potenziamenti metacognitivi delle funzioni esecutive deficitarie, interventi sui caregivers, attraverso il Parent Training e sugli insegnanti attraverso attività di coinvolgimento. ​en_US
dc.language.isoItalianoen_US
dc.publisherUniversità di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgiaen_US
dc.relation.ispartofseriesLaurea magistrale in Psicobiologia e Neuroscienze Cognitiveen_US
dc.rights© Federico Carraro, 2024en_US
dc.rights.urihttp://creativecommons.org/licenses/by-nd/4.0/*
dc.subjectADHDen_US
dc.subjectexecutive functionsen_US
dc.titleADHD e funzioni esecutive : dalla diagnosi all'Interventoen_US
dc.title.alternativeAttention Deficit Hyperactivity Disorder and executive functions : from diagnosis to interventionen_US
dc.typeMaster thesisen_US
dc.subject.miurM-PSI/02en_US
dc.rights.licenseAttribution-NoDerivatives 4.0 Internazionale*
Appears in Collections:Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale

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