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dc.contributor.advisorGenovesi, Piergiovanni-
dc.contributor.authorCampagna, Stefano-
dc.date.accessioned2023-06-22T14:44:49Z-
dc.date.available2023-06-22T14:44:49Z-
dc.date.issued2023-
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1889/5408-
dc.description.abstractOltre ad essere la forma di divertimento più diffusa durante il Ventennio fascista, il cinema fu uno degli strumenti principali utilizzati dal regime di Mussolini per tradurre in pratica i suoi progetti di pedagogia totalitaria che, com’è noto, miravano a trasformare radicalmente la mentalità, i costumi e il carattere degli italiani. A partire da queste premesse, la ricerca mira a ricostruire attraverso quali modalità il cinema – nella duplice accezione di cinema documentario e cinema di finzione – fu utilizzato negli anni Venti e Trenta come strumento educativo funzionale a fare dei bambini e degli adolescenti di ambo i sessi dei perfetti fascisti. Dopo aver analizzato il rapporto tra il mezzo cinematografico e i minori nel più ampio contesto mediale dell’epoca e tracciato una fenomenologia delle pratiche di consumo culturale, si ricostruiscono le modalità attraverso cui il cinema fece il proprio ingresso nelle istituzioni scolastiche e parascolastiche, per poi far luce sugli atteggiamenti ambivalenti di insegnanti ed educatori che consideravano il medium un potente strumento educativo ma anche, al tempo stesso, un pericolo per la moralità dei piccoli spettatori. Dopodiché, a partire da alcune scritture composte dai bambini dopo la visione dei film si delinea l’orizzonte storico in cui si attuava la ricezione delle pellicole, guardando al complesso gioco tra scritture, testi cinematografici ed elementi contestuali.en_US
dc.description.abstractBesides being the most popular form of entertainment during the Fascist "Ventennio", cinema was one of the main tools used by Mussolini's regime to put into practice its projects of totalitarian pedagogy, which, as is well known, aimed at radically transforming the mentality, customs, and character of Italians. The research seeks to reconstruct how cinema - in the dual meaning of documentary and fictional cinema - was used in the 1920s and 1930s as a functional educational tool to make children and adolescents of both sexes perfect fascists. After analyzing the relationship between the film medium and minors in the broader media context of the time and tracing a phenomenology of cultural consumption practices, how cinema made its entry into school and extracurricular institutions are reconstructed, and then light is shed on the ambivalent attitudes of teachers and educators who considered the medium a powerful educational tool but also, at the same time, a danger to the morality of young viewers. After that, starting with some writings composed by children after watching films, the historical horizon in which the reception of films was implemented is outlined, looking at the complex interplay between writings, film texts, and contextual elements.en_US
dc.language.isoItalianoen_US
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Discipline umanistiche, sociali e delle imprese culturalien_US
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Scienze filologico-letterarie, storico-filosofiche e artisticheen_US
dc.rights© Stefano Campagna, 2023en_US
dc.rights.urihttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/*
dc.subjectFascismoen_US
dc.subjectCinemaen_US
dc.subjectItalyen_US
dc.subjectMass Cultureen_US
dc.subjectChildhooden_US
dc.subjectPropagandaen_US
dc.subjectEducationen_US
dc.subjectEntertainmenten_US
dc.titleIl cinema nell’educazione del balilla e della piccola italiana: politiche culturali, pratiche e immaginarien_US
dc.title.alternativeCinema and Fascist Childhood: Cultural Policies, Practices and Imaginariesen_US
dc.typeDoctoral thesisen_US
dc.subject.miurM-STO/04en_US
dc.rights.licenseAttribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale*
Appears in Collections:Antichistica, Lingue, Educazione, Filosofia. Tesi di dottorato

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