Attivazione funzionale del sistema specchio in bambini con paralisi cerebrale unilaterale e diversi pattern cinematici di manipolazione durante un compito di osservazione ed esecuzione di azioni

Abstract

La comprensione del funzionamento del sistema specchio ha giocato un ruolo essenziale nello spiegare il meccanismo che sottende la comprensione dei gesti e delle intenzioni altrui nell’essere umano, e nella progettazione di alcune terapie di riabilitazione, come l’Action Obervation Therapy, AOT. Quest’ultima sfrutta le proprietà del sistema specchio per la riabilitazione di pazienti con diversi disordini motori, acquisiti e congeniti, lavorando sull’evidenza che l’osservazione di un modello risonante con il proprio repertorio motorio sia un metodo efficace per il recupero dei deficit motori presenti in varie patologie, nell’adulto e nel bambino. Tra i disturbi motori derivati da uno sviluppo atipico del sistema nervoso, avvenuto in fase intrauterina o nei primi tre anni di vita, si collocano le Paralisi Cerebrali Infantili, un termine ombrello che comprende un gruppo eterogeneo di disordini motori, all’interno del quale esiste la categoria delle Paralisi Cerebrali Infantili di tipo emiplegico. Queste ultime sono caratterizzate dalla compromissione di un solo lato del corpo, spesso con un interessamento maggiore per l’arto superiore, che determina la presenza di una mano affetta, o patologica, e una mano meno affetta. La mano affetta è classificabile sulla base del pattern di manipolazione tramite la scala Kinematic Hand Classification System proposta da Ferrari-Cioni; questa prevede 5 tipologie di schemi motori dell’arto superiore affetto, ordinate in senso crescente dal migliore al peggiore, tra cui le mani classificate come categorie 2 e 3: semifunzionale e sinergica. In questo studio fMRI sono state analizzate le attivazioni cerebrali e risposte funzionali in regioni chiave del sistema specchio di 7 pazienti con mano semifunzionale e 8 pazienti con mano sinergica in relazione all’osservazione di azioni, che prevedevano movimenti finalizzati compiuti da un modello patologico e un modello sano, ed esecuzione di azioni. Le risposte funzionali sono poi state correlate alle scale MUUL per la valutazione dell’esecuzione unimanuale e AHA per la verifica delle competenze bimanuali. I risultati, in linea con studi precedenti in materia, hanno mostrato come andamento generale del campione una maggiore attivazione durante l’osservazione del modello patologico, ma anche una dissociazione tra le attivazioni dei due gruppi: i pazienti semifunzionali, risuonando con il modello patologico, mostravano un’attivazione prevalentemente parietale e un andamento migliore alle scale, mentre i pazienti sinergici, risuonando con il modello patologico, evidenziavano un’attivazione premotoria e un peggior funzionamento alle scale. Durante i compiti di esecuzione motoria invece i due gruppi mostravano entrambi un’alta lateralizzazione durante l’esecuzione del movimento semplice, mentre, durante l’azione più complessa di afferramento, mostravano ancora una spiccata lateralizzazione per quanto riguarda il gruppo di soggetti con mano sinergica e una maggiore bilateralità nel gruppo di soggetti con mano semifunzionale. In generale, dunque, i pazienti sinergici mostrano una peggiore organizzazione dell’azione e un focus sull’outpu dell’azione mentre i pazienti semifunzionali mostrano migliori capacità di pianificazione dell’azione. Questi risultati confermano in generale l’utilità di impiegare una AOT con modello patologico e la necessità di personalizzare le terapie sulla base delle differenze tra gruppi o individui.