Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/1889/5298
Title: Il foraging : un processo di decision-making nella sintomatologia depressiva
Other Titles: Foraging : a decision-making process in depressive symptomatology
Authors: Presta, Marzia
Issue Date: 14-Mar-2022
Publisher: Università di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgia
Document Type: Master thesis
Abstract: Il foraging viene definito come un comportamento adattivo basato sulla scelta tra un’opzione attuale conosciuta e un ‘opzione futura sconosciuta; tale comportamento è di particolare rilevanza nello studio dei processi di decision-making. Decidere quali opzioni scegliere e a quali rinunciare richiede lo sviluppo di credenze accurate sulla distribuzione complessiva delle risorse presenti nell’ambiente. La letteratura a riguardo mette in evidenza come gli individui generalmente tengano traccia del tasso di ricompensa di un ambiente e come questi regolino le proprie scelte in risposta alle fluttuazioni dello stesso. Da questo è emerso che la selezione delle opzioni è asimmetrica: c’è infatti una tendenza ad aggiornare le informazioni positive più di quanto accada per quelle negative, aspetto questo definito come Optimism Bias. Nei soggetti depressi tuttavia questa asimmetria non si osserva; si apprezza invece la presenza un bias di natura inversa, ossia di valutazione estremamente negativa di un ambiente e delle sue risorse influenzata da meccanismi di valutazione cognitiva e da stati affettivi caratteristici della depressione come ad esempio tristezza e paura. L’obiettivo primario del presente studio è valutare se i pazienti con sintomatologia depressiva (in un continuum da quadri di tipo esclusivamente reattivo quali il Disturbo dell’Adattamento con Umore Depresso fino al Disturbo Depressivo Maggiore e all’Episodio Depressivo Maggiore nel Disturbo Bipolare), mostrino, diversamente dai controlli sani, un’alterazione dell’Optimism Bias nella processazione delle informazioni in un compito di foraging. Il task è stato concepito in forma di videogioco computerizzato, configurandosi come un’esperienza di caccia nello spazio presentante prede/navicelle con associati un diverso valore (punteggio attribuito) e tempo di cattura. Le prede/navicelle erano di quattro tipi: una good, due intermediate ed una bad. Il task è stato suddiviso in due ambienti, ricco e povero, i quali presentavano rispettivamente, in proporzione, un maggior numero di prede good oppure bad. Inoltre a tutti i partecipanti sono poi stati sottoposti tre questionari autosomministrati (BDI-II, STAI-Y1 e UPPS-Ps) al fine di valutare la presenza di un’eventuale sintomatologia depressiva e/o ansiosa, unitamente al grado di impulsività del soggetto. 4 L’ipotesi principale, che riguarda la valenza dell’ambiente e delle ricompense ad esso associate, sostiene che i pazienti depressi manterranno un pattern disadattativo anche passando da un ambiente povero ad uno ricco, non mostrando l’Optimism Bias. Al tempo stesso ci si aspetta che i soggetti clinicamente depressi, diversamente dai sani, non apprendano le informazioni in maniera differenziale sulla base del differente valore attribuito alle ricompense. I risultati mostrano che i pazienti tendono ad avere un tasso di accettazione delle ricompense complessivamente superiore rispetto ai soggetti sani, mostrandosi meno selettivi e, dunque, confermando la presenza di un bias pessimistico nella valutazione dell’ambiente, orientandosi verso lo sfruttamento delle risorse attuali. Gli stessi presentano quindi un pattern comportamentale disadattativo poiché le informazioni provenienti dall’ambiente non vengono apprese in maniera differenziale sulla base del valore attribuito (positivo o negativo); questo vale anche nel passaggio da un ambiente all’altro. I controlli infatti hanno mostrato di saper processare più efficacemente le informazioni presentate nel corso del task accettando maggiormente le prede intermediate in un ambiente povero rispetto ad uno ricco. I pazienti invece non mostrano differenze significative nell'accettare le prede intermediate tra l'ambiente poor e quello rich: questo conferma che non vi è adeguato aggiornamento delle informazioni nel passaggio tra i due ambienti citati.
Appears in Collections:Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale

Files in This Item:
File Description SizeFormat 
Tesi Presta M.-convertito.pdf738.24 kBAdobe PDFView/Open


Items in DSpace are protected by copyright, with all rights reserved, unless otherwise indicated.