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dc.contributor.authorFavini, Ettore-
dc.contributor.editorElisabetta, Modena-
dc.date.accessioned2023-02-02T15:19:16Z-
dc.date.available2023-02-02T15:19:16Z-
dc.date.created2007en_US
dc.date.issued2023-02-
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1889/5203-
dc.description.abstractIl progetto prevedeva la realizzazione di una scritta di enormi dimensioni – La vera rivoluzione é non cambiare il mondo(?) – in tutto e per tutto uguale a un claim lanciato da ENEL, ma privo del punto interrogativo e subito ritirato per la denuncia di Greenpeace. Lunga almeno quindici metri e composta da lettere scatolate in alluminio verniciato in verde alte circa ottanta centimetri e da seicento lampadine a incandescenza, l’opera accesa avrebbe comportato un assorbimento di energia di tre kilowattora, pari a quella erogata per l’utenza di una qualsiasi casa italiana. Progettata dall’artista per denunciare il falso messaggio ecologico dell’azienda, l’opera sarebbe rimasta spenta fino a quando ENEL avesse prodotto energia pulita da fonti rinnovabili per oltre il 60%. Nel 2007 Favini ne propose la realizzazione in occasione della mostra Greenwashing, che si sarebbe tenuta alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo l’anno successivo. Non fu realizzata per motivi di budget.en_US
dc.language.isoItalianoen_US
dc.language.isoIngleseen_US
dc.rights.urihttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/*
dc.titleLa vera rivoluzione è non cambiare il mondo(?)en_US
dc.typeImageen_US
dc.rights.licenseAttribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 Internazionale*
Appears in Collections:MoRE - Collezione Progetti

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