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https://hdl.handle.net/1889/5193
Title: | I compiti prospettici con cue focale identificano la compromissione cognitiva lieve? Uno studio esplorativo |
Other Titles: | Do prospective tasks with focal cue identify mild cognitive impairment? An exploratory study |
Authors: | Bertoni, Elisa |
Issue Date: | 25-Mar-2022 |
Publisher: | Università di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgia. |
Document Type: | Master thesis |
Abstract: | Il termine Mild Cognitive Impairment (MCI) designa uno stato di transizione tra i cambiamenti cognitivi relati al normale invecchiamento e la demenza. Tra i markers precoci di declino cognitivo, uno dei più promettenti ed indagati è la compromissione della memoria prospettica (PM); le indagini più recenti segnalano, in particolare, una dissociazione delle prestazioni PM event-based negli individui MCI in funzione della focalità del cue, che si traduce in un deficit evidente nell’esecuzione di tasks focali. Il presente studio esplorativo ha testato tale ipotesi attraverso l’impiego di un software (Crono), ideato per indagare la funzione cognitiva tramite 5 rapidi test, due dei quali incentrati sulla PM e divisi in prove focali e non focali; l’obiettivo principale di quest’indagine risiede proprio nella validazione del suddetto strumento. Cinquantasette partecipanti, reclutati tramite campionamento randomico, sono stati sottoposti ad una batteria di test standardizzata – la quale ha consentito la distinzione del campione in soggetti non compromessi (SNC) ed individui compromessi (SC) – e successivamente, a Crono. Tramite l’applicazione di un modello basato su regressione logistica, non è stata evidenziata una capacità predittiva del software nel classificare i partecipanti in uno dei due cluster proposti; nello specifico, tale strumento ha rilevato una scarsa sensibilità nella detezione di compromissione cognitiva, tradottasi in un’elevata percentuale di falsi negativi all’interno del gruppo SC (52%). Nonostante ciò, il confronto dei punteggi medi riportati nei compiti focali dai due cluster ha evidenziato una performance significativamente decrementata nel gruppo degli individui compromessi, corroborando il ruolo della compromissione della PM come indicatore di declino cognitivo. In conclusione, considerata l’odierna abilità discriminativa di Crono ed auspicando un suo futuro impiego in ambito clinico, tale indagine evidenzia la necessità di ulteriori convalide, nonché un implemento della capacità di tale strumento di rilevare uno stato di compromissione cognitiva. The term Mild Cognitive Impairment (MCI) designates a transitional state between cognitive changes related to normal aging and dementia. Among the early markers of cognitive decline, one of the most promising and investigated is the impairment of prospective memory (PM); most recent investigations report, in particular, a dissociation of event-based PM performance in MCI individuals as a function of cue focality, resulting in an evident deficit in the performance of focal tasks. The present exploratory study tested this hypothesis through the use of a software (Crono), designed to investigate cognitive function by means of 5 rapid tests, two of which focused on PM and divided into focal and non-focal tests; the main objective of this investigation lies precisely in the validation of the aforementioned instrument. Fifty-seven participants, recruited by random sampling, were subjected to a standardized battery of tests - which allowed the distinction of the sample in non-compromised individuals (CNS) and compromised individuals (SC) - and subsequently, to Crono. Through the application of a model based on logistic regression, a predictive ability of the software in classifying participants into one of the two proposed clusters was not evidenced; specifically, this tool revealed a low sensitivity in detecting cognitive impairment, resulting in a high percentage of false negatives within the SC group (52%). Nevertheless, the comparison of the mean scores reported in the focal tasks by the two clusters showed a significantly decreased performance in the group of impaired individuals, corroborating the role of PM impairment as an indicator of cognitive decline. In conclusion, considering the current discriminative ability of Crono and hoping for its future use in clinical settings, this investigation highlights the need for further validation, as well as an enhancement of the ability of this instrument to detect a state of cognitive impairment. |
Appears in Collections: | Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale |
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