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Title: L'espressione dei vitality forms in bambini affetti da Disturbo dello Spettro Autistico
Other Titles: Expression of vitality forms in ASD children
Authors: Vitale, Anna
Issue Date: Mar-2022
Publisher: Università di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgia
Document Type: Master thesis
Abstract: È fondamentale nella vita di tutti i giorni essere in grado di comprendere lo scopo delle azioni degli altri, poiché questo ci permette di interagire coerentemente con l’ambiente che ci circonda ed essere a nostra volta agenti attivi nel mondo sociale. Tuttavia, ogni azione è caratterizzata da componenti motorio-affettive che ne fanno intrinsecamente parte e dalle quali non è possibile separarla. Va a Daniel Stern, psichiatra statunitense, il merito di aver attribuito il nome “Vitality Forms” a queste forme dinamiche caratterizzanti lo stile delle azioni. Numerose pubblicazioni mettono in luce le caratteristiche peculiari di queste forme vitali, imprescindibili dalle azioni che compiamo tutti i giorni e fondamentali poiché tramite queste siamo, da un lato, in grado di comunicare il nostro stato interno e, dall’altro, comprendere lo stato affettivo in cui si trovano gli altri (Stern, 1985, 2004, 2010). A causa dell’importanza che rivestono nell’ambito dell’interazione sociale molti studi hanno indagato la relazione tra i vitality forms e la sindrome dello spettro Autistico (ASD), nota per la presenza di numerosi deficit che riguardano, in particolar modo, la sfera della comunicazione e della socialità. Gli individui ASD presentano particolari difficoltà anche nel riconoscimento dello stato emotivo dell’altro, con conseguente difficoltà ad instaurare relazioni socio-emotive. Alcuni studi precedenti (Casartelli, 2020; Di Cesare et al., 2017, Rochat 2013) hanno evidenziato come vi siano delle differenze sostanziali tra l’espressione e la comprensione dei vitality forms in bambini autistici ad alto funzionamento, rivelando che in entrambi i casi questi soggetti sono in grado di riconoscere ed esprimere azioni con un determinato vitality, ma che il modo in cui lo fanno sembra differire da individui normotipici. Alla luce di questi risultati il presente studio ha lo scopo di indagare più a fondo la caratterizzazione cinematica delle azioni espresse mediante vitality forms da bambini ASD ad alto funzionamento, introducendo la variabile dell’interazione sociale nel contesto di espressione dell’azione. Il task, infatti, prevede una condizione definita “Non sociale” in cui al bambino è richiesto di spostare un oggetto in avanti (una bottiglietta) con uno stile gentile, rude o neutro, e una condizione “Sociale” in cui al bambino è richiesto di passare la stessa bottiglietta ad uno sperimentatore seduto di fronte a lui. L’analisi delle features cinematiche dell’atto motorio di grasping ha rivelato come questi soggetti, in una condizione non sociale dove viene chiesto loro di spostare una bottiglietta in maniera rude o gentile, sono effettivamente in grado di esprimere le due forme vitali, distinguendole nell’espressione motoria per caratteristiche come la velocità, l'accelerazione, il tempo impiegato per eseguire l'atto motorio. Tuttavia, quando lo stesso atto motorio viene effettuato nella condizione sociale, ovvero quando al bambino viene richiesto di porgere la bottiglietta a un estraneo, la differenza nell’espressione cinematica tra l’atto rude e gentile si riduce significativamente. Inoltre, le analisi di correlazione mettono in luce il legame tra la capacità di comprensione delle emozioni che questi bambini presentano e la loro capacità di modulare i vitality forms. I risultati, dunque, da un lato mostrano come la presenza di un altro inibisca la capacità d'espressione dei vitality forms da parte dei soggetti autistici e, dall'altro, forniscono nuove prospettive di ricerca volte ad approfondire il legame tra emozioni e vitality forms.
Appears in Collections:Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale

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