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Title: Dieta materna e sviluppo neurocomportamentale del neonato in una coorte del progetto Life MILCH : il test della preferenza visiva
Other Titles: Maternal diet and neurobehavioural development of the newborn in a cohort of the Life MILCH project : the visual preference test
Authors: Delbosco, Deborah
Issue Date: 20-Oct-2022
Publisher: Università di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgia
Document Type: Master thesis
Abstract: Questo studio è stato realizzato all’interno del progetto Life-MILCH, che ha l’obiettivo di valutare l’esposizione agli interferenti endocrini nella diade madre-bambino al fine di sviluppare azioni di prevenzione e riduzione dell’esposizione per promuovere una migliore qualità della salute del bambino. L’obiettivo di questo studio è stato quello di indagare la relazione tra il comportamento alimentare della donna in gravidanza e la crescita fisiologica nel bambino alla nascita e lo sviluppo neurocomportamentale al primo mese di vita. L’importanza della valutazione dei parametri di crescita alla nascita risiede nella teoria Developmental Origin of Health and Disease (DOHaD) che vede una forte associazione tra la crescita ridotta del bambino alla nascita e l’aumentato rischio di sviluppare malattie croniche nell’età adulta. L’alimentazione della donna durante la gestazione condiziona la crescita fisica del bambino: ad un elevato consumo di proteine in gravidanza si associa una ridotta crescita fisica misurata nel bambino al momento della nascita. In questo studio, l’analisi è stata condotta sulla frequenza di assunzione di alimenti di origine vegetale e di origine animale. Il risultato emerso è in linea con la letteratura: all’aumentare della frequenza di assunzione degli alimenti di origine animale (contenenti più proteine rispetto a quelli di origine vegetale) si osserva una riduzione del peso e della lunghezza del bambino alla nascita. Inoltre, le ricerche della teoria DOHaD hanno osservato l’esistenza di effetti della dieta materna sullo sviluppo neurocomportamentale del bambino a breve e a lungo termine. È stata indagata l’ipotesi che assumere più frequentemente in gravidanza alimenti calorici fuori dai pasti principali comporti un effetto sul comportamento del bambino osservato durante lo svolgimento del paradigma della preferenza visiva. In merito non è presente una letteratura specifica e non sono emersi effetti direttamente legati alla preferenza visiva. Gli studi condotti su modelli di topo mostrano che all’aumentare della dose di zucchero nella madre durante la gravidanza, la prole manifesta un’attenzione in calo. Nello studio, quindi, si è approfondito l’effetto delle calorie fuori pasto assunte dalla madre sull’attenzione sostenuta mostrata dal bambino durante il paradigma della preferenza visiva. Il risultato emerso non concorda con la letteratura: all’aumentare della frequenza fuori pasto dell’assunzione di calorie, il tempo di fissazione mostrato dal bambino aumenta. Sono necessari ulteriori studi per indagare con modalità più approfondite le diete delle donne in gravidanza. Ad esempio si suggerisce l’utilizzo del diario alimentare sotto forma di app per smartphone, con l’obiettivo di individuare comportamenti alimentari che fungerebbero da fattori di rischio per la salute presente e futura del bambino.
This study was carried out as part of the Life-MILCH project, which aims to assess exposure to endocrine disruptors in the mother-child dyad in order to develop prevention and exposure reduction actions to promote better quality of child health. The aim of this study was to investigate the relationship between a pregnant woman's feeding behavior and physiological growth in the baby at birth and neurobehavioral development in the first month of life. The importance of assessing growth parameters at birth lies in the Developmental Origin of Health and Disease (DOHaD) theory, which sees a strong association between reduced child growth at birth and increased risk of developing chronic diseases in adulthood. A woman's diet during gestation affects the child's physical growth: high protein consumption during pregnancy is associated with reduced physical growth as measured in the child at birth. In this study, the analysis was conducted on the frequency of intake of plant and animal foods. The result that emerged is in accordance with the literature: as the frequency of intake of foods of animal origin (containing more protein than those of plant origin) increases, there is a reduction in the baby's weight and height at birth. In addition, DOHaD theory research has observed the existence of maternal dietary effects on the child's neurobehavioral development in the short and long term. The hypothesis has been investigated that taking caloric foods more frequently in pregnancy outside of main meals results in an effect on the child's behavior observed during the performance of the visual preference paradigm. There is no specific literature on this issue, and no effects directly related to visual preference have emerged. Studies in mouse models show that as the mother's sugar intake increases during pregnancy, the offspring exhibits declining attention. In the study, therefore, the effect of off-meal calories consumed by the mother on the sustained attention displayed by the child during the visual preference paradigm was investigated. The result that emerged disagrees with the literature: as the off-meal frequency of calorie intake increases, the fixation time shown by the child increases. Further studies are needed to investigate the diets of pregnant women in more in-depth ways. For example, the use of food diary in the form of a smartphone app is suggested, with the aim of identifying dietary behaviors that would act as risk factors for the child's present and future health.
Appears in Collections:Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale

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