Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/1889/5117
Title: Efficacia del testing effect nel potenziare la memoria per scene naturali : confronto tra uno studio sperimentale in laboratorio e uno studio eseguito online
Other Titles: Effectiveness of testing effect in enhancing memory for natural scenes : comparison between an experimental laboratory study and a study performed online
Authors: Sileo, Maria Luisa
Issue Date: 25-May-2022
Publisher: Università di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgia
Document Type: Master thesis
Abstract: La memoria è quel meccanismo che ci permette di conservare e recuperare le informazioni nel tempo e di salvarle per un uso futuro ogni qualvolta ci risulti utile farlo. Molto spesso però il recupero delle informazioni fallisce. Nella nostra quotidianità siamo circondati da stimoli visivi e la vista rappresenta un senso straordinariamente efficiente per veicolare le informazioni che provengono dal mondo esterno. Le immagini, dunque, stimolano in modo sorprendente la nostra memoria e potrebbero costituire uno strumento di apprendimento molto potente. Il test è tra i metodi più diffusi per la valutazione della performance ed è generalmente costituito da una serie di domande (in formati e modalità differenti) alle quali i partecipanti devono cercare di rispondere nel modo più accurato possibile. Quindi, sebbene l’obiettivo principale del test sia quello di verificare le proprie conoscenze consolidate attraverso uno studio preliminare, dalla letteratura è emerso che il test è anche un efficace strumento di apprendimento e consolidamento mnestico. Per testing effect, si intende quel fenomeno attraverso cui, l’atto di recupero di informazioni dalla memoria produce un consolidamento migliore delle stesse, rispetto al ripassare le informazioni attraverso il semplice ristudio (Roediger & Butler, 2011). La tecnica del testing si è già visto essere molto efficace con materiale verbale a differenza del materiale non verbale che è stato indagato molto poco; per cui, l'obiettivo del presente elaborato è indagare, attraverso il paradigma del testing effect, la memoria per scene naturali. Se la rievocazione tramite un test esplicito rafforza la traccia, allora ci aspettiamo che ci sia un vantaggio per le immagini testate rispetto a quelle non testate; in alternativa, se la traccia ha già raggiunto un suo massimo consolidamento attraverso una prima esposizione, allora il testing non produrrà effetti. Inoltre, come modalità per attivare il recupero mnestico, nel presente studio si è andati a manipolare sia l'emozionalità del materiale da ricordare e rievocare (immagini neutre o immagini emozionali), sia le caratteristiche percettive del materiale usato nel test (nitide o sfocate). Il qui presente studio, iniziato a ridosso dell’emergenza sanitaria, intende essere un’estensione di uno studio già svolto nel laboratorio di Psicofisiologia di Parma volto ad indagare la memoria per scene naturali attraverso l’uso del testing effect. Il recupero di informazioni dalla memoria produce un consolidamento migliore delle stesse, rispetto al ripassare le informazioni attraverso il semplice ristudio, questo fenomeno di potenziamento mnesico è definito in letteratura “testing effect” (Roediger & Butler, 2011). La tecnica del testing, molto efficace con materiale verbale ma poco indagato con materiale non verbale, qui viene ampiamente esplorato attraverso l’utilizzo di 490 immagini, all’interno di tre sessioni sperimentali come il tipico paradigma del Testing effect prevede (Carpenter, 2006): una prima fase di codifica, in cui sono state presentate immagini dinamiche, una di test di riconoscimento mnestico intermedio (fase testing), in cui gli stimoli sono stati presentati in blocchi di immagini integre e degradate, e un test di riconoscimento mnestico finale, condotto a distanza di una settimana, simile al precedente (vecchio/nuovo), con solo stimoli integri. Poiché in letteratura si è parlato dell’importante ruolo della valenza emozionale nella rievocazione di memorie, si è andati a manipolare sì le caratteristiche percettive del materiale usato nel test (ben visibili o sfocate) che l'emozionalità del materiale da ricordare (immagini neutre o immagini emozionali). Tale studio svolto in precedenza in laboratorio riportava risultati comportamentali ed elettrofisiologici significativi circa il vantaggio nell’uso del testing per il consolidamento delle memorie a lungo termine. Lo scopo del qui presente lavoro, partendo dal medesimo quesito, è stato quello di implementare il paradigma sperimentale usato per poterlo condurre online cercando di ridurre la variabilità interindividuale attraverso l’uso di accorgimenti e metodiche percettive, valutandone quindi la replicabilità. In accordo con i risultati dello studio sperimentale svolto in laboratorio e con le nostre ipotesi, anche il presente studio ha mostrato che a distanza di una settimana, nel test finale, la traccia mnestica sembra ulteriormente rinforzata se gli stimoli sono stati presentati nella fase intermedia di Testing, anche in versione degradata, rispetto agli stimoli che sono stati visti solo una volta in codifica. Rimane comunque evidente il vantaggio mnestico per il materiale sottoposto a testing nella sua versione integra. Inoltre, è emerso un contributo significativo dell’emozionalità̀. In conclusione, per quanto riguarda l’esplorazione della memoria a lungo termine con i parametri che si sono voluti indagare, nonostante il numero ristretto di soggetti e sicuramente la necessità di continuare con la sperimentazione comportamentale a distanza, si può parlare di un accordo tra i risultati emersi in laboratorio e quelli analizzati tramite l’esperimento online.
Appears in Collections:Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale

Files in This Item:
File Description SizeFormat 
Tesi di laurea Maria Luisa Sileo.pdf2.62 MBAdobe PDFView/Open


This item is licensed under a Creative Commons License Creative Commons