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Title: Plasticità dello spazio peripersonale in pazienti schizofrenici
Other Titles: Plastic property of peripersonal space in schizophrenia
Authors: Rastelli, Francesca
Issue Date: 8-Jul-2021
Publisher: Università di Parma. Dipartimento di medicina e chirurgia
Document Type: Master thesis
Abstract: Il nucleo centrale del disturbo schizofrenico è rappresentato dalla rottura del Sé minimale, che comporta evidenti alterazioni dell’esperienza corporea del sé, come una labile distinzione e demarcazione sé-altro, strettamente connesse a deficits dei meccanismi di integrazione multisensoriale. Studi precedenti hanno evidenziato come questi pazienti possiedano confini dello spazio peripersonale (PPS), area immediatamente attorno al nostro corpo e dinamicamente plasmata dall’esperienza motoria, nettamente meno definiti e più stretti. Ad oggi però ancora nessuno ha indagato la componente plastica di tale spazio nei pazienti con diagnosi di schizofrenia. Per tale motivo, nel presente studio abbiamo indagato la plasticità dello spazio peripersonale a seguito di un allenamento motorio effettuato nello spazio extra-personale con l’obiettivo di valutare una sua possibile alterazione in tali pazienti. La misurazione iniziale dell’estensione di base del PPS nei pazienti schizofrenici ha permesso di riscontrare, in linea con i dati precedentemente riportati in letteratura, una dimensione ridotta se confrontata con i soggetti sani. Inoltre, i risultati, contrariamente a quanto ipotizzato, hanno rivelato un’espansione del PPS dei pazienti schizofrenici sovrapponibile a quella dei controlli. Una possibile interpretazione potrebbe essere legata al fatto che, i pazienti schizofrenici, partendo da uno spazio peripersonale di base più stretto abbiano potenzialmente la possibilità di espandersi più di coloro i quali partono da confini del PPS più ampi. Le analisi correlazionali effettuate con le due scale cliniche prese in considerazione (PANSS e EASE) hanno consentito di dimostrare come i pazienti che mostrano un quadro psicopatologico generale compromesso, segnalato da elevati punteggi alla PANSS Totale, possiedano uno spazio peripersonale di base piuttosto ampio. Una marcata sintomatologia positiva, segnalata da punteggi elevati alla PANSS positiva, si associa a uno spazio peripersonale di base più ampio e, a un’espansione, evidente ma, significativamente ridotta a seguito dell’allenamento motorio. La stessa chiave di lettura può essere usata per comprendere l’elevata espansione del PPS, sempre partendo da suoi confini ristretti, in quei pazienti che mostrano una importante alterazione delle Esperienze corporee. La conseguente rigidità corporea determina, in questo sottogruppo di pazienti, un atteggiamento di iper-riflessività che, potenzialmente, potrebbe compensare il deficit e comportare un’amplificazione sensoriale tale da provocare un’elevata espansione del PPS. I risultati di questo studio approfondiscono le attuali conoscenze del sé spaziale in schizofrenia, confermando le precedenti evidenze di un’alterazione delle dimensioni del PPS di base, e dimostrando, sebbene ad un livello preliminare data la numerosità bassa del campione clinico, l’esistenza di meccanismi plastici apparentemente conservati in tali pazienti.
The main core of schizophrenic disorder (SD) is the shattering of the minimal self. This involves evident alterations within the bodily experience of the self, such as a labile distinction and the demarcation from the others, while being strictly linked to deficits of multisensory integration mechanisms. Previous studies have shown how SD patients own significantly narrow and less defined boundaries of peripersonal space (PPS), namely the area immediately surrounding our bodies and dynamically shaped by motor experience. To the present day, the plastic component of PPS in SD patients has been largely overlooked. Therefore, the goal of this study is that of investigating plasticity in PPS as a result of motor training within the extra-personal space, aiming at evaluating its alteration in SD patients. Following previous research results in the present literature, the initial measurement of PPS’s base extension in SD patients pointed out a smaller dimension compared to that of healthy subjects. Moreover, as opposed to what was assumed, results have shown that the expansion of the PPS in SD patients matched the one registered by the control group. A possible explanation could lie in the fact that SD patients that start with a narrower PPS might potentially have a major chance of expanding than those with a wider PPS. Correlational analysis carried out by considering two clinical scales (PANSS and EASE) displayed how patients with a compromising psychopathological frame signalled by high scores on General psychopathology PANSS own a rather wide PPS. A marked positive symptomatology, signalled by high scores on positive PANSS, is linked to a PPS already wide to begin with and to an evident expansion that is significantly reduced after motor training. The same interpretation can be given to the PPS great expansion on narrow boundaries, in those patients that showed a significant alteration on Bodily Experiences. The resulting physical stiffness determines an hyper-reflexibility on this patient subgroup, that could potentially compensate for this deficit. This mechanism could also involve such a sensorial enhancement that a wider expansion of the PPS would be triggered. The results further the present knowledge on the spatial self in SD, proving former evidence of the alteration in PPS dimensions. Moreover, they show the existence of apparently preserved plastic mechanisms in said patients, despite it being on a preliminary basis and on a small sample of clinical data.
Appears in Collections:Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale

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