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Titolo: Relazioni tra cambiamenti nel funzionamento familiare e nell’emotività espressa in seguito al trattamento con “nuovo metodo Maudsley” nei disturbi del comportamento alimentare
Titoli alternativi: Changes in family functioning and expressed emotion following New Maudsley Method treatment in eating disorders
Autori: Pianciola, Marianna
Data: 29-apr-2021
Editore: Università di Parma, Dipartimento di Medicina e Chirurgia
Document Type: Master thesis
Abstract: Razionale dello studio: Le linee guida per il trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) individuano nella terapia familiare un intervento essenziale per la cura di adolescenti e giovani adulti affetti da tali patologie. Il trattamento familiare di gruppo con il Nuovo Metodo Maudsley (NMM) fornisce supporto ai carers di pazienti affetti da DCA consentendo loro, attraverso il sostegno di specialisti formati sull’applicazione di tale Metodo, di sviluppare abilità necessarie a favorire la guarigione dei loro cari e strategie atte ad interrompere il perpetuarsi dei meccanismi di mantenimento del disturbo. Le evidenze di efficacia di tale trattamento, seppur ad oggi appaiano incoraggianti, sono tuttavia ancora limitate. Obiettivo dello studio: Il presente studio indaga se il trattamento con NMM migliori il funzionamento familiare, in termini di riduzione di distress dei carers e miglioramento del clima familiare, e di verificare se ciò si rifletta anche in una riduzione dei livelli di Emotività Espressa (EE) genitoriali, così come percepiti dai pazienti. Materiali e metodi: Hanno partecipato allo studio n = 17 pazienti (tutte di sesso femminile; età media: 16.8 anni, range: 12-26 anni) con diagnosi di DCA (n = 13 Anoressia Nervosa Restrittiva, n = 2 Anoressia Nervosa con Abbuffate/Condotte di Eliminazione, n = 1 Bulimia Nervosa, n = 1 Non specificato; BMI medio alla baseline: 17,37 kg/m^2; range 14,50-21,48), ed i loro genitori (n = 14 madri, n = 12 padri) che hanno partecipato alla terapia psicoeducativa di gruppo con NMM. Le pazienti hanno compilato la Level of Expressed Emotion Scale (LEE), riportando i livelli di EE dei genitori in due tempi: all’inizio del trattamento (T0) e ad un mese dalla fine del trattamento (T1). Ai genitori delle pazienti è stata somministrata, negli stessi tempi, una batteria di questionari indaganti il funzionamento familiare: Eating Disorders Symptom Impact Scale (EDSIS), Depression Anxiety Stress Scales (DASS-21), Family Questionnaire (FQ), Accommodation and Enabling Scale for Eating Disorders (AESED), Carer and Patient Collaboration Scale (CPCS) ed Experience of Caregiving Inventory (ECI ). Al T0 i carers hanno compilato anche il questionario Family Eating Patterns (FEP), utile a valutare l’approccio al cibo di ogni famiglia, e l’OSLO Social Support Scale 3 (OSS-3), che valuta la rete di supporto intorno al nucleo familiare. Risultati Alla baseline, le famiglie dei pazienti con DCA erano caratterizzate da un grado di supporto sociale scarso. Dopo un mese dal termine del trattamento con NMM i padri delle pazienti con DCA riferivano una riduzione del loro coinvolgimento nella patologia (sottoscala “ipercoinvolgimento” del questionario FQ: t= 3.12; p = 0.01), ma anche un aumento del loro stato ansioso (sottoscala “ansia” del questionario DASS: t= -1.88, p= .08). Le madri riportavano migliori strategie di coping nella gestione del DCA delle figlie (diminuzione del questionario AESED totale: t= 1.94, p= .08), minore adesione alle richieste dettate dalla patologia (diminuzione nella sottoscala “rituali” del questionario AESED: t= 1.65; p = .06), un minor controllo da parte delle figlie sulle dinamiche alimentari dell’intera famiglia (diminuzione nella sottoscala “controllo” del questionario AESED: t= 2.56, p= .02). Inoltre, sempre le madri, riportavano una riduzione dell’impatto del DCA sul nucleo familiare (diminuzione del questionario EDSIS totale: t= 2.10, p= .06), un miglioramento nella gestione delle problematiche legate ai pasti (diminuzione nella sottoscala “nutrizione” del questionario EDSIS: t=2.47; p=.02), ed un miglioramento in relazione al comportamento discontrollato delle figlie nei loro confronti (diminuzione nella sottoscala “comportamento discontrollato” del questionario EDSIS: t= 1.88, p= .08). Si sottolinea un miglioramento materno nell’atteggiamento di subordinazione alla patologia delle figlie (diminuzione nella sottoscala “dipendenza” del questionario ECI: t= 1.95, p= .07), ed un miglioramento del rapporto tra le madri ed i professionisti della salute mentale (diminuzione nella sottoscala “problemi con i servizi” del questionario ECI: t= 2.15, p= .05), nonché del loro rapporto con le loro figlie affette da DCA (aumento nella sottoscala “buon rapporto interpersonale” del questionario ECI: t= -1.90, p=.08). Per quanto attiene alla associazione tra cambiamenti nel funzionamento familiare, così come percepiti dai genitori, e variazioni nella emotività espressa genitoriale, così come percepite dalle pazienti, i risultati indicano che il miglioramento del comportamento discontrollato dei figli nei confronti dei genitori da T0 a T1 (sottoscala EDSIS) correla negativamente con la riduzione della “intrusività” materna (r = - 0.7, p = .01), con la riduzione di atteggiamenti colpevolizzanti materni (r = - 0.7, p = .004) e, in generale, con la riduzione dei livelli di emotività espressa materni (r = - 0.7, p = .02) così come percepiti dai figli. Al contrario, la riduzione, da T0 a T1, del grado di adesione della famiglia ai “rituali alimentari” delle pazienti (AESED) correla positivamente con la riduzione dell’emotività espressa materna (r = 0.6, p = .06). Conclusioni Il NMM ha condotto a una riduzione del disagio esperito dai carers nell’approccio alle figlie affette da DCA. In particolare, dopo un mese dalla fine del trattamento i padri mostravano una riduzione del loro coinvolgimento nel disturbo, importante fattore di mantenimento dei DCA. Parallelamente, le madri sviluppavano una maggiore capacità di coping nei confronti della patologia e comportamenti meno accomodanti alle dinamiche del disturbo alimentare. Alcune di queste modificazioni nel funzionamento familiare si associavano con parallele variazioni della emotività espressa genitoriale, così come percepita dalle pazienti. Questi risultati confermano un ruolo rilevante della terapia con NMM nel migliorare il funzionamento familiare dei pazienti con DCA.
È visualizzato nelle collezioni:Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale

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