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Title: Fibrosi ed espressione di marcatori di autofagia in biopsie di miocardio atriale sinistro ottenute da pazienti con fibrillazione atriale persistente in corso di ablazione chirurgica e correzione di vizio valvolare mitralico
Other Titles: Fibrosis and expression of autophagy markers in left atrial biopsies obtained from patients with persistent atrial fibrillation during surgical ablation and combined mitral valve surgery
Authors: Monaco, Rodolfo
Issue Date: 2021
Publisher: Università degli Studi di Parma. Dipartimento di Medicina e chirurgia
Document Type: Doctoral thesis
Abstract: La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia sostenuta più frequente nella pratica clinica. Vari studi hanno dimostrato che nella FA, come anche nella sua fase pre-aritmica, sono presenti modificazioni del miocardio atriale prevalentemente sinistro, nel complesso denominate “rimodellamento strutturale”. Tra queste, la fibrosi è la modificazione più stabile e di conseguenza irreversibile. L’autofagia è un processo intracellulare pato-fisiologico finalizzato al ricambio delle componenti cellulari senescenti. Di recente, vari studi hanno indagato il suo ruolo in alcune patologie cardiovascolari e non, dal momento che una sua alterata regolazione ne potrebbe rappresentare un potenziale meccanismo patogenetico. Lo scopo di questo studio è stato quello di verificare se i processi autofagici correlino o meno con il grado di fibrosi miocardica in pazienti affetti da FA persistente di lunga durata. Sono state studiate 50 biopsie atriali sinistre da altrettanti pazienti con FA persistente di lunga durata operati presso l’Ospedale San Raffaele di Milano per intervento di ablazione atriale chirurgica combinata a correzione di preesistente patologia valvolare mitralica (insufficienza). Come controlli sono stati utilizzati 10 atri autoptici da soggetti privi di patologie cardiovascolari. L’esame istologico, oltre a valutare la morfologia di base, ha consentito la quantificazione percentuale di fibrosi patologica (sia interstiziale che perivascolare) valutata morfometricamente su preparati colorati con Picrosirius red. Negli stessi preparati, la fibrosi è anche stata valutata in termini di evoluzione architetturale della deposizione di fibre collagene (stadi evolutivi della fibrosi). Le concentrazioni di Beclin-1 e LC3B sono state misurate, rispettivamente in ELISA ed in Western Blot, su frammenti miocardici congelati all’origine dalle medesime biopsie. Sugli stessi campioni congelati sono stati inoltre quantificati i livelli di espressione dei miRNA 30a e miRNA 204 (regolatori rispettivamente di Beclin-1 e LC3B) mediante una combinazione di Reverse Transcriptase-polymerase Chain reaction (RT-PCR) e Real Time PCR. I risultati hanno confermato quanto riportato in letteratura per quanto riguarda gli aspetti istopatologici della fibrosi, essendo quest’ultima maggiore nei campioni di pazienti con FA rispetto ai controlli (rispettivamente 17,4%±8,7% vs. 1,1%±0,4%; P<0,001). L’espressione di Beclin-1 è risultata ridotta nei casi patologici rispetto ai controlli (P=0,05). Non sono state al contrario dimostrate differenze significative tra FA e controlli per quanto riguarda LC3B ed i due miRNA investigati. Inoltre, nei casi patologici, la correlazione tra percentuale di fibrosi e i valori di Beclin-1, LC3B, miR-30a o miR-204 non è risultata significativa. In conclusione, i dati emersi dal presente studio hanno confermato che il fenomeno fibrotico sia presente e progredisca in pazienti con FA persistente. Tuttavia, sebbene Beclin-1 sia diminuita nei casi FA – suggerendo un minore autofagia in questa condizione – non è stato possibile trovare delle solide evidenze che testimonino correlazioni fra autofagia e grado di fibrosi interstiziale sinistra. Sarebbero necessarie ulteriori indagini su modelli animali di FA per valutare se anche negli stadi più precoci della malattia un’alterazione dell’autofagia sia slegata dal controllo del meccanismo di rimodellamento strutturale (e viceversa).
Atrial fibrillation (AF) is the most frequent sustained arrhythmia in clinical practice. Various studies have shown that in AF, as well as in its pre-arrhythmic phase, there are mainly left atrial myocardial changes, collectively referred to as "structural remodeling". Among these modifications, fibrosis is the most stable and consequently irreversible change. Autophagy is a patho-physiological intracellular process aimed at replacing the senescent cell components. Recently, various studies have investigated its role in some cardiovascular and non-cardiovascular diseases since its altered regulation could represent a potential pathogenetic mechanism. The aim of this study was to verify whether autophagic processes correlate with the degree of myocardial fibrosis in patients with long-lasting persistent AF. For this purpose, 50 left atrial biopsies were studied from as many patients with persistent long-lasting AF operated at the San Raffaele Hospital in Milan for surgical atrial ablation combined with correction of pre-existing mitral valve disease (regurgitation). Ten autopsy atria from subjects without cardiovascular disease were used as controls. Our histological examination, in addition to assessing the basic morphology, allowed us a percentage quantification of the pathological fibrosis (both interstitial and perivascular) which was evaluated morphometrically on histological slides stained with Picrosirius red. In the same slides, fibrosis was also assessed in terms of its architectural evolution in terms of deposition of collagen fibers (so-called “developmental stages of fibrosis”). The concentrations of Beclin-1 and LC3B were measured by means of ELISA and Western Blot, respectively, on frozen myocardial fragments obtained from the same original biopsies. The expression levels of miRNA 30a and miRNA 204 (regulators of Beclin-1 and LC3B, respectively) were also quantified on the same frozen samples by a combination of Reverse Transcriptase-polymerase Chain reaction (RT-PCR) and Real Time PCR. Our results confirmed what had previously been reported in the scientific literature about the histopathological aspects of fibrosis, these latter being greater in patients with AF than in controls (17,4%±8,7% vs. 1,1%±0,4%; P<0.001). Beclin-1 expression was reduced in pathological cases compared to controls (P=0.05). On the contrary, no significant differences were demonstrated between FA patients and controls in terms of LC3B and the two investigated miRNA levels. Furthermore, in pathological cases, the correlations between the percentages of fibrosis and the levels of Beclin-1, LC3B, miR-30a, and miR-204 were not statistically significant. In conclusion, our data confirmed that the atrial fibrotic process is real and, in patients with persistent AF, progresses though different architectural stages. However, although Beclin-1 decreased in AF cases (this fact suggesting lower levels of autophagy in this condition) it was impossible to find solid evidences of a correlation between autophagy and the degree of left interstitial fibrosis. Further investigations on animal models of AF would be recommended to assess whether in the earlier stages of the disease an alteration of autophagy might have a role in influencing the structural remodeling in this supraventricular arrhythmia.
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