Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/1889/4359
Full metadata record
DC FieldValueLanguage
dc.contributor.advisorFerrari, Carlo-
dc.contributor.authorPesci, Marco-
dc.date.accessioned2021-05-05T14:34:30Z-
dc.date.available2021-05-05T14:34:30Z-
dc.date.issued2021-04-
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/1889/4359-
dc.description.abstractLa terapia dell’epatite cronica B si basa principalmente sull’utilizzo di analoghi nucleos(t)idici, che sono estremamente efficaci nell’inibire la replicazione di HBV e privi di effetti collaterali rilevanti, ma devono essere somministrati cronicamente e in taluni casi per tutta la vita del paziente. Un’impellente necessità clinica è pertanto quella di disegnare nuove terapie che permettano di abbreviare il tempo di utilizzo degli analoghi nucleosidici o che possano sostituirli totalmente. Pur avendo una specifica azione antivirale diretta, gli analoghi nucleos(t)idici hanno anche dimostrato un effetto positivo sulla funzione dei linfociti T exhausted dei pazienti con infezione cronica, attraverso meccanismi presumibilmente indiretti. Quest’attività immunomodulante degli analoghi potrebbe essere sfruttata per disegnare terapie di associazione con farmaci stimolanti diretti del sistema immunitario, come vaccinoterapie, volte ad abbreviare il tempo di utilizzo degli analoghi, potenziandone l’efficacia. Per ottenere questo obiettivo è indispensabile caratterizzare in maniera più approfondita i meccanismi che vengono attivati dagli analoghi per modulare il sistema immunitario e identificare la modalità ottimale di associazione con farmaci immunomodulanti diretti. A tale scopo, abbiamo reclutato coorti di pazienti sottoposti a terapia con analoghi per periodi di tempo differenti ed abbiamo studiato le loro risposte T linfocitarie CD4 e CD8-mediate, stimolando i linfociti T con pannelli di peptidi corrispondenti alle sequenze di tutte le proteine di HBV. Attraverso questo approccio sperimentale abbiamo potuto dimostrare che il ripristino funzionale linfocitario indotto dalla terapia con analoghi riguarda alcune delle principali funzioni anti-virali dei linfociti T (produzione di citochine e capacità proliferativa), tutte le specificità antigeniche contro le varie proteine di HBV ed entrambe le sottopopolazioni T linfocitarie CD8 e CD4. Inoltre, valutando l’effetto immunomodulante degli analoghi in funzione del tempo d’inizio della terapia si può ipotizzare la possibilità futura di terapie sequenziali basate sull’utilizzo degli analoghi, a cui associare successivamente, dopo 1-2 anni di terapia, farmaci immunostimolanti, come vaccino-terapie specifiche, che dovrebbero riuscire ad esprimere tutta la loro potenzialità terapeutica grazie al recupero funzionale linfocitario indotto dagli analoghi.en_US
dc.language.isoItalianoen_US
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Medicina e chirurgiaen_US
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Scienze mediche e chirurgiche traslazionalien_US
dc.rights© Marco Pesci, 2021en_US
dc.subjectHepatitis Ben_US
dc.subjecttherapyen_US
dc.subjectexhaustionen_US
dc.subjectimmunomodulatoryen_US
dc.subjectnucelos(t)ides analoguesen_US
dc.subjectfunctional recoveryen_US
dc.titleRipristino delle risposte T linfocitarie in pazienti con epatite cronica B in terapia con NUC: implicazioni per possibili terapie immunomodulanti di associazioneen_US
dc.typeDoctoral thesisen_US
dc.subject.miurMED/17en_US
Appears in Collections:Scienze chirurgiche. Tesi di dottorato

Files in This Item:
File Description SizeFormat 
TESI DOTTORATO DR. MARCO PESCI.pdfTESI4.17 MBAdobe PDFView/Open
Relazione finale Dr. Marco Pesci.pdf
  Restricted Access
RELASZIONE FINALE1.58 MBAdobe PDFView/Open Request a copy


Items in DSpace are protected by copyright, with all rights reserved, unless otherwise indicated.