Effetti contesto-dipendenti sull'abituazione dell'interferenza emozionale

Abstract

Nel presente studio sono stati utilizzati stimoli distrattori emozionali durante lo svolgimento di un compito di discriminazione visiva. È stata indagata l’abituazione della risposta di interferenza a tali stimoli, in funzione del contesto in cui i partecipanti facevano esperienza con le ripetizioni. Nello specifico, è stato manipolato il contesto mediante l’introduzione di stimoli nuovi, insieme a quelli ripetuti, con l’obiettivo di introdurre un elemento di cambiamento in grado di indurre disabituazione. Abbiamo misurato a tal proposito i tempi di reazione (RTs) al compito, come misura di interferenza comportamentale da parte degli stimoli distrattori emozionali, insieme all’attività corticale EEG per osservare, nello specifico, l’ampiezza del potenziale LPP in relazione ai distrattori emozionali. I risultati sembrano suggerire che l’abituazione della risposta emozionale sia ampiamente guidata dalla ripetizione dello specifico stimolo, che diventa altamente familiare e quindi non più efficace nel catturare attenzione, ma non si esclude il ruolo del contesto nel modulare un ritorno (disabituazione) della cattura attentiva. Il filtro che inibisce l’interferenza comportamentale sembra essere più attenuato in presenza di un contesto più imprevedibile e variabile, dato dalla presenza di nuovi esemplari di distrattori. La disabituazione sembra essere particolarmente evidente in presenza di stimoli nuovi neutri e spiacevoli, mentre è più attenuata in un contesto appetitivo. Nel complesso, il presente studio contribuisce a comprendere meglio i meccanismi che guidano l’abituazione dell’interferenza emozionale.