Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/1889/3931
Title: La relazione tra attenzione esogena e attenzione motivata : uno studio tramite la misurazione del potenziale evocato elettrocorticale
Other Titles: The relation between exogenous attention and motivated attention : a study by means of electrocortical evoked potential measurement
Authors: Milani, Matteo
Issue Date: 29-Mar-2019
Publisher: Università di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgia
Document Type: Bachelor thesis
Abstract: Durante un compito in cui l’attenzione è focalizzata in un punto dello spazio, la comparsa di un distrattore provoca uno spostamento di attenzione con un conseguente peggioramento delle performance comportamentali (tempi di reazione e accuratezza). La P3a è stata descritta in letteratura come la componente ERP che riflette la cattura attentiva operata dal distrattore (Theeuwes, 1991; Yantis, S., &Egeth, H. E., 1999, Sawaki R., Katayama J. 2007). Questa componente viene modulata dal carico percettivo che il compito richiede: nel presente studio, di tipo oddball visivo a tre stimoli (target, standard, distattore), il carico percettivo è stato manipolato variando la dimensione del target rispetto allo standard. Gli stimoli emozionali, anche quando fungono da distrattori e non risultano centrali per lo svolgimento del compito, si dimostrano efficaci nell’attirare l’attenzione (De cesarei & Codispoti, 2007; Padmala & Pessoa, 2014). Ciò nonostante nello studio di Ferrari et. al del 2016, in un compito tipo oddball a tre stimoli dove i distrattori venivano presentati al centro dello schermo, come target e distrattore, non si è riscontrata una modulazione della P3a ad opera degli stimoli emozionali in funzione della difficoltà del compito. Questi risultati suggeriscono che la P3a possa riflettere una superficiale analisi del cambiamento (change detection), senza essere influenzata dalla natura emozionale dello stimolo come lo è invece la LPP. In alternativa, la posizione centrale del distrattore potrebbe rendere la sua rilevazione così efficiente da non beneficiare della natura emozionale. Per testare queste ipotesi nel presente studio lo stimolo distrattore è stato posto a lato rispetto agli stimoli standard e target. Questa differente posizione del distrattore potrebbe far emergere una modulazione della P3a in funzione del carico percettivo rispetto alla natura emozionale dello stimolo. I risultati indicano che la P3a è influenzata dalla difficoltà del compito: l’ampiezza della componente infatti diminuisce nel compito difficile rispetto a quello facile. Tuttavia, non sono stati riscontrati effetti significativi sulla modulazione della componente da parte della natura emozionale dello stimolo. La natura emozionale del distrattore è efficace nel modulare la LPP (Late Positive Potential), in accordo con le evidenze in letteratura (Cuthbert et al., 2000). Questi risultati portano ulteriori dati a favore dell’ipotesi secondo la quale la P3a sia una componente che riflette un’analisi al cambiamento non approfondita e che la natura emozionale dello stimolo venga elaborata solo in seguito ad opera della LPP.
During a task, in wich the attention is focused on a certain point of space, the unexpected appearance of a distractor stimulus causes a relocation of the attentional focus: this shift has costs in term of the behavioral performances, as reaction times and accuracy. The P3a, in literature, is described as an ERP component reflecting the attentional capture elicited by the distractor stimuli (Theeuwes, 1991; Yantis, S., &Egeth, H. E., 1999, Sawaki R., Katayama J. 2007). This component is modulated by the perceptual load required by the task: in the present study, a 3 stimuli visual oddball (target, standard, distractor), the perceptual load was controlled by changing the size of the target stimulus during the two different task conditions (easy and difficult). The emotional stimuli, even if they’re presented as distractors and for this reason they’re not central for the execution of the task, are capable of eliciting an efficient attentional capture (De cesarei & Codispoti, 2007; Padmala & Pessoa, 2014). Nonetheless in the 2016 study of Ferrari et al., a three stimuli oddball where the distractors, target and standard were presented in the center of the screen, the elicited P3a was not modulated by the interaction between the emotional meaning of the distractor and the task difficulty. These results may suggest that the P3a could reflect a superficial change detection without being modulated by the emotional meaning of the distractor, contrary to the LPP. An alternative hypothesis could be represented by the influence of the position of the distractor: the central position of the distractor could increase the efficiency of its detection such as its emotional benefits are not substantial. In order to verify these assumptions in the present study the distractor stimuli were present in a peripheral position of the attentional focus. This difference in the position of the distractor could elicit an emotional modulation of the P3a. The results show that the amplitude of the P3a is higher in the easy condition compared to the difficult one. Conversely, the emotional meaning of the distractor didn’t elicit a significant modulation of the P3a, but it did influence the amplitude of the LPP: the amplitude of the component is significantly higher for the emotional distractors compared to the neutral ones. These results support the assumption that the P3a could reflect a superficial change detection and that the processing of the emotional stimuli is managed by the LPP.
Appears in Collections:Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale

Files in This Item:
File Description SizeFormat 
Elaborato.finale.MatteoMIlani.pdf1.77 MBAdobe PDFView/Open


Items in DSpace are protected by copyright, with all rights reserved, unless otherwise indicated.