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Title: Il ruolo dell'esperienza nel modulare l'interferenza di stimoli distrattori emozionali
Other Titles: The role of experience in modulating the interference of emotional distracting stimuli
Authors: Ansaloni, Ottavia
Issue Date: Mar-2018
Publisher: Università di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgia
Document Type: Bachelor thesis
Abstract: La comparsa di stimoli distrattori durante l’esecuzione di un compito (percettivo, mnestico, etc.), comporta un peggioramento nella prestazione poiché una parte delle risorse attentive allocate per il compito viene catturata dal distrattore. Gli stimoli caratterizzati da un alto livello di arousal (emozionali) catturano maggiormente l’attenzione rispetto agli stimoli a basso livello di arousal (neutri). Studi precedenti hanno mostrato che è possibile modulare la cattura attentiva attraverso lo sviluppo di un sistema di filtraggio dei distrattori. Questo sistema è tanto più generalizzabile a nuovi stimoli quanto più i soggetti hanno fatto esperienza di distrattori molto eterogenei tra di loro, quindi più difficili da filtrare (Yantis & Kelley, 2009). L’obiettivo di questo lavoro di tesi è capire se e come sia possibile sviluppare un meccanismo di filtraggio degli stimoli distrattori che comprenda anche l’emozionalità degli stimoli. A tale scopo sono stati condotti due studi in cui abbiamo manipolato la valenza degli stimoli distrattori con cui i soggetti facevano esperienza. Nel primo studio abbiamo misurato la cattura attentiva elicitata da stimoli distrattori emozionali e neutri prima (PreTest) e dopo (PostTest) una lunga fase di Training in cui venivano presentati distrattori neutri molto eterogenei (da un punto di vista semantico ma anche percettivo). In particolare, abbiamo considerato il tempo di reazione (RT) al compito principale (discriminazione dell’orientamento di un gabor) e LPP (late positive potential), una componente centro parietale dei potenziali evento relati che sembra riflettere l’attivazione dei sistemi motivazionali di base appetitivo e difensivo. In particolare, LPP mostra maggiore positività agli stimoli emozionali piuttosto che neutri. I risultati mostrano che un training altamente eterogeneo e caratterizzato da distrattori a basso livello di arousal è inefficace nell’eliminare la cattura attentiva differenziale degli stimoli emozionali a livello di elaborazione corticale (LPP), pur riducendola a livello comportamentale (RT). A seguito di questi risultati, abbiamo ideato un secondo esperimento in cui la fase di Training era caratterizzata dalla comparsa di soli distrattori emozionali, più difficili da filtrare. I risultati indicano che il meccanismo di filtraggio degli stimoli distrattori, sviluppatosi a seguito di una fase di Training caratterizzata da soli distrattori ad alto livello di arousal e molto eterogenei, è efficace nel cambiare non solo il modo in cui i soggetti rispondono a livello comportamentale ai distrattori emozionali ma anche il modo in cui questi vengono elaborati a livello di attivazione corticale poiché non osserviamo più una differenza significativa tra trial con distrattore emozionale e neutro né nei tempi di reazione né in LPP. L’insieme dei risultati suggerisce che è possibile modulare l’interferenza dei distrattori emozionali, in particolare ci indirizza a pensare che il grado di influenza dato dalla salienza motivazionale (livello di arousal) degli stimoli cambia in funzione dalla quantità e della qualità della pratica maturata nel tempo.
The appearance of distractors during the execution of a task (perceptive, mnestic, etc.), results in a performance deterioration because a part of the attentive resources allocated to the task is captured by the distractor. Stimuli characterized by a high level of arousal (emotional) capture more attention than low-level arousal stimuli (neutral). Previous studies have shown that it’s possible to modulate attention grabbing by developing a distractor filtering system. This system is much more generalizable to new stimuli as the subjects have experienced very different distractors, thus more difficult to filter (Yantis & Kelley, 2009). The aim of this thesis work is to understand if and how it’s possible to develop a distracting stimuli filtering mechanism that includes also the emotionality of stimuli. To this purpose, we conducted two studies in which we manipulated the valence of the stimuli with which the subjects experienced. In the first study, we measured attentive capture elicited by emotional and neutral stimuli before (PreTest) and after (PostTest) a long training phase in which neutral and heterogeneous (from a semantic but also perceptive point of view) distractors were presented. In particular, we considered the reaction time (RT) to the main task (discrimination of the gabor orientation) and LPP (late positive potential), a parietal center component of events related potential that seems to reflect the activation of appetitive and defensive motivational systems. In particular, LPP shows greater positivity to emotional rather than neutral stimuli. The results show that a highly heterogeneous training characterized by low-level arousal distractors is ineffective in eliminating the differential attention capture of the emotional stimuli at the level of cortical processing (LPP), while reducing it at the behavioral level (RT). Following these results, we devised a second experiment in which the Training phase was characterized by the appearance of only emotional distractors, more difficult to filter. The results indicate that the filtering mechanism of distracting stimuli, developed following a Training phase characterized only by distractors with a high level of arousal and very heterogeneous, is effective in changing not only the way in which the subjects respond on a behavioral level to the emotional distractors but also the way in which they are processed at the level of cortical activation because we no longer observe a significant difference between trial with emotional distractor and neutral neither in reaction times nor in LPP. The set of results suggests that it is possible to modulate the interference of the emotional distractors, in particular it directs us to think that the degree of influence given by the motivational salience (arousal level) of the stimuli changes according to the quantity and quality of the practice gained in time.
Appears in Collections:Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive, Tesi di laurea magistrale

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