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dc.contributor.advisorMacaluso, Guido Maria-
dc.contributor.authorMagnifico, Marisabel-
dc.date.accessioned2018-04-17T11:40:13Z-
dc.date.available2018-04-17T11:40:13Z-
dc.date.issued2018-03-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/3541-
dc.description.abstractINTRODUZIONE: L’analisi antropometrica dei tessuti molli è parte integrante dei processi di diagnosi ortodontica e programmazione terapeutica. In letteratura sono descritti diversi sistemi di imaging 3D dei tessuti molli del viso; attualmente il gold standard è rappresentato dalla stereofotogrammetria tridimensionale. Ogni nuovo sistema stereofotogrammetrico necessita di un processo di validazione che ne stabilisca accuratezza e precisione prima dell’utilizzo clinico, attraverso l’identificazione dei possibili errori intriseci ed estrinseci al sistema. Obiettivo del presente studio è quello di validare la precisione di un nuovo sistema di stereofotogrammetria 3D, in termini di affidabilità, ripetibilità e riproducibilità dell’immagine stereofotogrammetrica nei tre piani dello spazio. MATERIALI E METODI: Il sistema utilizzato è il Face Shape 3D Maxi Line Photogrammetric Scanner dotato di sei macchine reflex collegate ad un software di elaborazione tridimensionale dell’immagine. In questo studio è stata utilizzata la testa di un manichino sulla quale sono stati digitati 24 punti antropometrici. Sono stati quindi effettuati 50 scatti con diverse angolazioni della testa nei tre piani dello spazio, e successivamente elaborati con il software Viewbox®. La stessa operazione è stata ripetuta in vivo su 10 soggetti con angolazioni della testa di 4 e 8 gradi nei tre piani dello spazio. Dalle coordinate tridimensionali di ciascun punto antropometrico digitato sono state calcolate 14 distanze arbitrariamente scelte. Attraverso l’analisi della variabilità delle medesime distanze tra i diversi scatti sono stati calcolati gli errori intraoperatore, interoperatore, di acquisizione, di riproducibilità e successivamente indagata l’influenza delle rotazioni sulle misurazioni sia in vitro che in vivo. RISULTATI: E’ stato rilevato un errore massimo intraoperatore di 0,336 mm, interoperatore di 0,532 mm e di acquisizione di 0,496 mm. In termini di riproducibilità del sistema è stato rilevato un errore massimo di 0,890 mm in vitro e di 1,2 mm in vivo, con maggiore variabilità nelle regioni laterali rispetto alle regioni mediane del viso. Stabilita questa soglia come valore di comparazione tra le misurazioni, l’analisi statistica (test di Westlake-Schavirmann con p<0,05) ha dimostrato l’equivalenza in vitro delle misurazioni effettuate tra la posizione di riferimento e i diversi gradi di angolazione, ad eccezione delle misure più laterali in vivo con un valore di angolazione di 8 gradi. CONCLUSIONI: Alla luce dei risultati ottenuti è possibile affermare che il sistema stereofotogrammetrico studiato è affidabile per l’utilizzo in ambito clinico ortodontico. Piccole rotazioni della della testa non sembrano influenzare la riproducibilità delle misurazioni.it
dc.language.isoIngleseit
dc.publisherUniversità di Parma. Dipartimento di Medicina e Chirurgiait
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Medicina Molecolareit
dc.rights@ Marisabel Magnifico, 2018it
dc.subjectStereophotogrammetryit
dc.subjectHead positionit
dc.titleMetodologia tridimensionale per l'acquisizione stereofotogrammetrica dei tessuti molli del voltoit
dc.title.alternativeThree-dimensional methodology for stereophotogrammetric acquisition of the soft tissues of the faceit
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurMED/28it
Appears in Collections:Medicina molecolare. Tesi di dottorato

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