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dc.contributor.advisorSforza, Stefano-
dc.contributor.authorAnzani, Cecilia-
dc.date.accessioned2018-04-16T07:59:09Z-
dc.date.available2018-04-16T07:59:09Z-
dc.date.issued2018-03-16-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/3497-
dc.description.abstractAnimal products are not only important in terms of taste and tradition, but they also provide essential nutrients. Presently, around 16% of the global meat consumption takes place in EU, and it increased strongly over the last 50 years. The demand for animal-based food is further expected to increase during the coming decades, due to a growing world population and rising prosperity. In particular, meat consumption in developed countries is expected to increase of about 10% by 2030, but a much larger growth is expected in developing regions. Meat, dairy and fish are all important sources of protein, and they are partly interchangeable and cannot be entirely replaced with vegetable protein sources. Nevertheless, their production is accompanied by huge amount of waste and loss of biomaterial. For example, beef meat specifically accounts for only 44% of total live animal weight, with the highest production of low value products and waste material being generated in the abattoir. This waste is composed of edible (e.g. offal) and non-edible (e.g. Specified Risk Materials) parts. Edible animal co-products are almost completely used in other foods, such as broths, jellies, emulsifiers, fat matter, extracts and concentrates. Beside this, other parts (fat tissue, some internal organs and blood), being protein-rich, are also used in pet food, feed, organic fertilisers and technical applications. Despite all these applications, because of the high production of low value or waste material generated during slaughtering, meat industries anyway keep trying to add value to co-products through the generation of innovative food and non-food products. Then, there is increasing interest in studying these non-meat products with the aim to extract or recover additional value from the meat processing chain. Both reduction and recovery of the food waste have become hot topics and a challenge for the modern society. One possible way to process the waste material is using non-thermal innovative methodologies, which do not affect its quality and the properties. Enzymatic hydrolysis offers indeed a fast and gentle alternative to other mechanical or chemical treatments. The ability of the enzyme to hydrolyse proteins to produce free amino acids and short peptides allows the nitrogen to be more soluble and easily recovered and purified. This PhD project explored different ways to recover two meat industry co-products, bovine hides and bovine fleshing meat, through enzymatic hydrolysis. The first section is focused on the recovery of bovine fleshing, a low quality meat found immediately under the skin rich of collagen fibres and connective tissue, as possible food or feed ingredient. Fleshing is usually discarded by meat industry, even if having the potential to become a new source of proteins. In the present project, different proteolytic enzymes and conditions were tested, demonstrating the feasibility for fleshing recovery in a high quality soluble protein hydrolysate. The most efficient enzyme (Alcalase) was then selected to a further optimisation of the process, in order to scale-up the reaction to a semi-industrial level. In the second section, the efficiency of the enzymatic unhairing methods for hides was studied as alternative to the presently used chemical methods, in order to produce raw material for the leather industry. The enzymatic reaction of unhairing was developed at a pilot scale level in semi-industrial reactors and compared with the chemical-based one. Furthermore the wastewaters obtained from both methods were characterized for a future possible valorisation in feed formulations or as food ingredients. The full recovery of bovine hides through total hydrolysis was then studied in the last section, using and optimizing proteolytic hydrolysis for obtaining high quality hydrolysates. Finally, the techno-functional properties of the hydrolysates were studied as a function of the hydrolysis conditions. The effect of the replacement of the meat part with the bovine hides’ hydrolysates in Irish sausages was also evaluated. In conclusion the enzymatic hydrolysis may be a useful method to obtain hydrolysates with a considerable potential in order to recover meat industry co-products as a source of proteins for food or feed industry.it
dc.description.abstractL’importanza dei prodotti di origine animale non è solo una questione di gusto e di tradizioni alimentari, ma è strettamente correlata al fatto che sono fonte di nutrienti essenziali. Al presente in Europa si realizza il 16% del consumo mondiale di carne e il dato ha registrato un significativo aumento negli ultimi cinquant’anni. La domanda di cibo è destinata ad incrementare nei decenni futuri in correlazione con la crescita della popolazione mondiale e della prosperità economica. In particolare, il consumo di carne nelle regioni sviluppate salirà del 10% entro il 2030, con un incremento stimato maggiore nelle regioni in via di sviluppo. Carne, latticini e pesce sono le fonti proteiche fondamentali e sono in parte interscambiabili, né possono essere interamente sostituite da fonti proteiche di origine vegetale. Ciò nonostante la loro produzione è accompagnata da un’enorme quantità di rifiuti e dalla perdita di biomateriali. Per esempio, la carne di manzo, nello specifico, rappresenta solo il 44% del peso vivo dell’animale, con la più alta produzione di parti di scarso valore e di materiali di scarto che vengono generati nei mattatoi. Lo scarto si compone di parti edibili come le frattaglie e di parti non edibili quali i materiali a rischio specifico (SRM). Sottoprodotti animali sono già del tutto utilizzati in alimenti, come brodi, gelatine, emulsionanti, grassi, estratti e concentrati. Inoltre altre parti (il grasso, alcuni organi interni e il sangue) vengono utilizzati, essendo ricchi in proteine, come alimenti per animali, mangimi, fertilizzanti organici e per peculiari applicazioni tecnologiche. Dal momento che durante la macellazione si ottiene un elevato quantitativo di prodotti di basso valore o di scarto, le industrie della carne cercano in ogni modo di valorizzare i sottoprodotti grazie alla creazione di prodotti innovativi alimentari e non. Per questo motivo è crescente l’interesse per questi prodotti non carnei, con l’intento di recuperare valore aggiunto nella filiera di trasformazione della carne. Sia la riduzione che il recupero dei rifiuti derivanti dagli alimenti sono diventati una controversa questione, e nel contempo una vera sfida, per la società moderna. Una possibile modalità di trattamento del materiale originario prevede il ricorso a metodologie innovative non termiche, che non alterano la qualità e le proprietà del materiale. L’idrolisi enzimatica offre una via alternativa davvero veloce e delicata rispetto ad altri trattamenti meccanici o chimici. La capacità dell’enzima di idrolizzare le proteine, producendo aminoacidi liberi e corti peptidi, fornisce azoto solubile più facile da recuperare e purificare. finalizzati al recupero ad uso alimentare di due sottoprodotti dell’industria della carne (le pelli bovine e il carniccio bovino) attraverso l’idrolisi enzimatica. La prima sezione dello studio mette a fuoco il recupero, come possibile ingrediente di cibi e di mangimi, del carniccio che si trova immediatamente sotto la pelle, di basso livello qualitativo, ma ricco di fibre collagene e tessuto connettivo. Il carniccio viene solitamente scartato dall’industria della carne, nonostante sia potenzialmente una buona fonte proteica. Nel presente progetto si sono sperimentati differenti enzimi proteolitici in diverse condizioni per dimostrare la fattibilità del recupero del carniccio in forma di idrolizzati proteici solubili di alta qualità. L’ enzima più efficace (Alcalasi) è stato selezionato per un’ulteriore ottimizzazione del processo al fine di realizzare la reazione su scala semi-industriale. Nella seconda sezione si è comparata l’efficienza dei metodi di epilazione enzimatica delle pelli, in alternativa ai metodi chimici, con la finalità di produrre materiali grezzi per l’industria conciaria. La reazione enzimatica di epilazione è stata condotta a livello di impianto pilota in reattori semi-industriali a confronto con i metodi chimici tradizionali. Si sono, inoltre, caratterizzate le acque reflue ottenute con entrambi i metodi per una possibile valorizzazione futura nella formulazione di mangimi o in qualità di ingredienti alimentari. Nell’ultima sezione è stato analizzato il completo recupero delle pelli bovine attraverso l’idrolisi totale, utilizzando e ottimizzando l’idrolisi proteolitica per ottenere idrolizzati di alta qualità. Infine si è verificata l’influenza delle diverse condizioni di idrolisi sulle proprietà tecno-funzionali degli idrolizzati ottenuti. Si è valutato inoltre l’effetto della sostituzione di una parte della carne con gli idrolizzati delle pelli bovine nelle preparazione delle salsicce irlandesi. In conclusione si potrebbe considerare l’idrolisi enzimatica come un metodo utile per ottenere idrolizzati con un significativo potenziale per il recupero dei sottoprodotti dell’industria della carne come fonte proteica per l’industria alimentare e dei mangimi.it
dc.language.isoIngleseit
dc.publisherUniversità di Parma. Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmacoit
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in scienze degli alimentiit
dc.rights© Cecilia Anzani, 2018it
dc.subjectmeat industry co-productsit
dc.subjectenzymatic hydrolysisit
dc.subjectprotein hydrolysatesit
dc.subjectproteinaceous fraction analysisit
dc.titleRecovery of valuable protein co-products from meat industry by enzymatic hydrolysis: bovine fleshing and hidesit
dc.title.alternativeIl recupero di sottoprodotti proteici derivanti dall’industria della carne valorizzabili attraverso l’idrolisi enzimatica: il carniccio e la pelle bovinait
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurCHIM/06it
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