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dc.contributor.authorDi Raddo, Elena-
dc.date.accessioned2017-02-04T14:45:13Z-
dc.date.available2017-02-04T14:45:13Z-
dc.date.issued2017-02-04-
dc.identifier.urihttp://www.ricerchedisconfine.info/VI-1/DIRADDO.htmit
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/3272-
dc.description.abstractSempre più frequentemente si presentano mostre che non sono altro se non la riproposizione di mostre già realizzate in epoche precedenti. È possibile anzi definire questo fenomeno una vera e propria moda, che obbedisce però anche a un metodo curatoriale, che se attuato con la corretta distanza critica e obiettività storico filologica, può costituire un interessante strumento di studio e di analisi di aspetti dell’arte del passato, ma anche dell’evoluzione dell’arte più attuale. Il citazionismo è del resto un fenomeno tipico dell’epoca postmoderna che ha avuto nell’arte un ruolo ben preciso negli anni Ottanta e una sua evoluzione nella postproduzione dei Novanta. Si può dunque leggere il reenactment delle mostre un ulteriore processo di questo fenomeno che sta attraversando negli ultimi decenni il mondo dell’arte. Partendo da una riflessione critica sulla recente mostra tenutasi alla Fondazione Marconi basata sulla ripetizione della famosa mostra degli anni Settanta intitolata “La ripetizione differente”, l’articolo intende soffermarsi su tale pratica curatoriale: da When attitudes become form alla Fondazione Prada nel 2013, alle mostre romane degli anni Settanta (Contemporanea, Vitalità del Negativo etc.) riproposte dall’architetto Sartogo al MAXXI nel 2014. Tali mostre non costituiscono semplicemente una ricostruzione storica dell’evento passato, ma si propongono come un nuovo e vitale progetto espositivo, allo stesso modo in cui, appunto, nell’arte postmoderna l’opera d’arte contemporanea si impadroniva del passato per ripresentarlo con un nuovo linguaggio e una nuova identità, anche le mostre riviste nel presente assumono connotati differenti, attingono a una dimensione altra rispetto a quella originaria.it
dc.description.abstractMore and more often some art exhibitions are nothing else than the revival of exhibitions already made in earlier years. Starting with a critical analysis on the recent exhibition at the Fondazione Marconi, based on the repetition of the famous exhibition, of the seventies, entitled La Ripetizione differente (The different repetition) the essay will analyze the repetition of already performed exhibitions. These exhibitions are not simply a historical reconstruction of the past events, but are proposed as a new and vital project of exhibitions: from When Attitudes Become Form at the Fondazione Prada in 2013, the roman exhibitions in Seventies (Contemporanea, Vitalità del Negativo etc.) re-proposed by Sartogo at MAXXI in 2014. Like in post-modern art the works were based on ancient art reviewed with a new language, in the same way, the art exhibitions, obtained reworking an already performed exhibition, become a new project.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherDipartimento dei beni culturali e dello spettacolo, Università di Parmait
dc.relation.ispartofseriesRicerche di S/Confineit
dc.subjectreenactmentit
dc.subjectLa ripetizione differenteit
dc.subjectWhen attitudes become formit
dc.titleA proposito della ripetizione della Ripetizione differente: il reenactment delle mostreit
dc.typeArticleit
dc.subject.miurL-ART/04it
Appears in Collections:2015, VI, 1, Le mostre

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