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dc.contributor.authorMaria Candida, Ghidini-
dc.contributor.authorGiulia, De Florio-
dc.contributor.authorElena, Freda Piredda-
dc.date.accessioned2016-01-27T14:45:48Z-
dc.date.available2016-01-27T14:45:48Z-
dc.date.issued2015-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/2894-
dc.description.abstractVarlam Šalamov è uno dei testimoni più significativi dei lager sovietici. Trascorre complessivamente quasi venti anni in prigione, al confino e nei lager. Negli scritti autobiografici, in particolare nella cruda narrazione de I racconti di Kolyma, descrive le torture e gli abusi subiti nei campi, il sistema disumanizzante della rieducazione attraverso il lavoro, le privazioni e l’angoscia sofferte dai detenuti. Aleksandr Solženicyn definisce la regione nordorientale della Siberia in cui Šalamov trascorre la maggior parte della sua detenzione - la Kolyma - come «il polo dell’efferatezza di quello straordinario paese che è il GULag». Šalamov è una delle voci più lucide e consapevoli fra tutte le vittime di questo sistema di terrore, degrado e negazione della vita umana.it
dc.language.isoItalianoit
dc.rights@Candida Ghidiniit
dc.subjectLetteratura russait
dc.subjectSalamov, Varlamit
dc.titleVarlam Salamov: vivere o scrivere. Viaggio documentarioit
dc.title.alternativeVarlam Salamov: to live or to write. A documentary journeyit
dc.typeBookit
dc.subject.miurL-LIN21it
Appears in Collections:Set OAI-PMH OpenAIRE

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