Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/1889/2481
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dc.contributor.advisorAllegri, Landino-
dc.contributor.authorMurtas, Corrado-
dc.date.accessioned2014-07-16T07:41:04Z-
dc.date.available2014-07-16T07:41:04Z-
dc.date.issued2014-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/2481-
dc.description.abstractNegli ultimi anni, la ricerca sulla patogenesi della forma umana della nefropatia membranosa (NM) ha compiuto dei notevoli progressi, soprattutto grazie all’applicazione di nuove tecnologie quali la microdissezione laser e le metodiche di proteomica. Attualmente è noto che più di un anticorpo diretto contro antigeni podocitari è coinvolto nello sviluppo della forma idiopatica della malattia. Questi antigeni sono: il recettore della fosfolipasi A2 (PLA2r), l’aldoso reduttasi (AR), la superossido dismutasi 2 (SOD2) e l’alfa-enolasi (AENO). Questo ha portato ad ipotizzare l’utilizzo dei rispettivi anticorpi come potenziali biomarcatori di malattia o della sua attività. Al momento, l’evidenza del coinvolgimento patogenetico di tali anticorpi è abbastanza forte (soprattutto per gli anti-PLA2r), tuttavia è ancora poco noto il loro comportamento nel decorso della malattia e, soprattutto, dopo la terapia immunosoppressiva. Inoltre, nessun gruppo di ricerca ha ancora valutato l’escrezione urinaria di tali anticorpi: ulteriori e preziose valutazioni sulla patogenesi della NM potrebbero derivare da questa analisi. Lo studio si è basato su 22 pazienti affetti da NM, reclutati alla diagnosi e seguiti per due anni con titolazioni seriate su siero ed urine di tutto il pannello anticorpale noto, dopo essere stati trattati con uno schema immunosoppressivo largamente diffuso, il ciclo di Ponticelli. Alla diagnosi, tutti gli anticorpi sono risultati complessivamente elevati. Dopo la terapia, essi si sono complessivamente ridotti. Anche i livelli urinari sono risultati essere incrementati rispetto ai controlli normali, tuttavia non hanno mostrato una tendenza alla riduzione. Nessun singolo anticorpo è sembrato essere meglio legato all’andamento clinico. Gli anti-PLA2r urinari sono apparsi più correlati agli anticorpi sierici, tuttavia questi ultimi si sono ridotti anche nei pazienti perstentemente nefrosici. Nessun paziente che ha raggiunto la remissione completa è risultato essere invece positivo per anti-AR e/o anti-SOD2. I risultati di questo studio confermano sostanzialmente i risultati di precedenti pubblicazioni sull’argomento. Viene ancora una volta suggerito che, alla base della patogenesi della NM, vi sia la presenza di una complessa rete autoanticorpale. Non viene invece ancora chiarito se la valutazione del pannello anticorpale completo possa offrire dei reali vantaggi dal punto di vista clinico. Appare tuttavia evidente che ogni singola specificità possa essere utile nel completare il quadro clinico-anticorpale del singolo paziente.it
dc.description.abstractIn recent years, research on human membranous nephropathy (MN) pathogenesis has made considerable progress, especially through the application of new technologies such as laser capture microdissection and proteomics techniques. Nowadays, it is known that more than one antibody directed against podocyte antigens is involved in the development of idiopathic MN. These antigens are: phospholipase A2 receptor (PLA2r), aldose reductase (AR), superoxide dismutase 2 (SOD2) and alpha-enolase (AENO). Therefore, there is a big interest to evaluate such antibodies as potential disease biomarkers. However, at the moment, it is still poorly known their behavior during the course of the disease, especially after immunosuppressive therapy. In addition, no research group has yet evaluated the urinary excretion of these antibodies: interesting data on MN pathogenesis of may arise from this analysis. This study was based on 22 patients with MN, recruited at diagnosis and followed for two years with lengthwise serum and urinary specimens collection. All patents were treated with the immunosuppressive Ponticelli’s schedule. At diagnosis, all serum antibodies were higher than normal. After therapy, they reduced in most patients. Although urinary levels were found to be increased if compared to normal controls, they did not show a decreasing trend. No single antibody appeared to be better linked to the clinical outcome. Urinary anti-PLA2r appeared particularly related to serum anti-PLA2r, but they decreased also in persistent nephrotic subjects. No patient in complete remission was found to be positive for anti-AR and / or anti-SOD2. This study essentially confirms the results of previous publications. Is once again suggested that, at the basis of MN pathogenesis, there is the presence of a complex autoantibody network. There is not yet clear whether the evaluation of the complete antibody panel could offer real benefits from the clinical point of view. However, every antibody specificity may be useful in completing the clinical picture of every single patient and in broadening our knowledge on MN.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma, Dipartimento di Clinica Medica, Nefrologia e Scienze della Prevenzioneit
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Fisiopatologia dell’insufficienza renaleit
dc.rights© Corrado Murtas, 2014it
dc.subjectmembranous nephropathyit
dc.subjectanti podocyte antibodiesit
dc.subjectPonticelli scheduleit
dc.subjectbiomarkersit
dc.subjectoutcome predictionit
dc.titleAnticorpi anti-podocita: coesistenza e correlazioni cliniche in pazienti affetti da nefropatia membranosait
dc.title.alternativeAnti-podocyte antibodies: coexistence and clinical correlations in membranous nephropathy patientsit
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurMED/14it
Appears in Collections:Medicina clinica e sperimentale. Tesi di dottorato

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Murtas C Dottorato.pdfANTICORPI ANTI-PODOCITA: COESISTENZA E CORRELAZIONI CLINICHE IN PAZIENTI AFFETTI DA NEFROPATIA MEMBRANOSA796.71 kBAdobe PDFView/Open


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