Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/1889/2223
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dc.contributor.advisorArtioli, Giovanna-
dc.contributor.advisorFoà, Chiara-
dc.contributor.authorLa Sala, Rachele-
dc.date.accessioned2013-06-21T09:22:47Z-
dc.date.available2013-06-21T09:22:47Z-
dc.date.issued2013-03-13-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/2223-
dc.description.abstractAbstarct Razionale teorico Il processo assistenziale dell’infermiere non si esaurisce soltanto nell’applicazione di protocolli assistenziali definiti dall’Evidence Base Nursing (EBN), ma prende anche in considerazione i fattori psicologici, sociali e culturali della persona come variabili altrettanto importanti quanto quelle biologiche. La narrazione offre al professionista infermiere l’opportunità di sviluppare un approccio assistenziale di attento e costante ascolto del paziente, che permetta una sua conoscenza individuale; infatti, “quando si pensa narrativamente, si sta cercando di comprendere un singolo caso” (Zannini, 2008, p.73). In letteratura, nello specifico delle malattie cardiovascolari, sono scarse le applicazioni nella pratica assistenziale dell’approccio narrativo e, anche dove presente, è limitato all’ambito cardio-chirurgico (Lapum, Angus, Peter, Watt-Watson, 2010). Anche in altri contesti, nei quali il modello narrativo è stato applicato efficacemente come ad esempio nell’ambito oncologico (Gordon e Peruselli, 2001), psichiatrico (Kelly & Howie, 2007) e nell’ambito delle malattie degenerative (Baley & Tilley, 2002; Sander & Pedersen, 2009), non si riscontrano tentativi compiuti di valutare se e come l’applicazione dell’approccio narrativo possa migliorare l’assistenza nelle diverse fasi del processo nursing e impattare sulle condizioni di salute del paziente. Obiettivo La presente ricerca aveva come obiettivo generale quello di testare l’efficacia di un modello assistenziale che utilizza la narrazione rispetto ad un modello assistenziale tradizionale, nel quale l’approccio narrativo non è previsto. In particolare, l’obiettivo era quello di verificare se l’adozione di un modello assistenziale “integrato”, da parte dei professionisti infermieri dell’Unità di Terapia Intensiva Coronaria (U.T.I.C) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, modificasse gli outcomes di salute sia bio-clinici che psico-socio-relazionali del paziente con Sindrome Coronaria Acuta (SCA): infarto del Miocardio Acuto ST sopraslivellato (STEMI), infarto del miocardio non ST sopraslivellato (NSTEMI) e angina instabile (AI). Metodo La ricerca attraverso un disegno misto di tipo quasi sperimentale, si è articolato in tre studi consequenziali. Lo Studio 1^ di natura descrittiva-esplorativa, ha avuto l’obiettivo di analizzare il modello assistenziale esistente all’interno dell’U.T.I.C., attraverso l’analisi dei documenti formali (schede infermieristiche) e un questionario costruito ad hoc per indagare le attività cliniche e psico-socio-relazioni degli infermieri. Lo Studio 2^, che ha previsto un approccio multimetodo, ha quindi avuto come obiettivo quello di implementare un percorso formativo per gli infermieri dell’U.T.I.C. orientato all’attuazione di un modello assistenziale “narrative nursing integrato”. Lo Studio 3^ , che aveva l’obiettivo di verificare se il modello assistenziale narrative nursing integrato, implementato e trasferito nell’operato professionale, potesse migliorare gli outcomes di salute (bio/psico/socio/relazionali) delle persone con SCA, prevdedeva la somministrazione di un self-report, pre-post, ai pazienti con SCA . Risultati Lo Studio 1^ ha confermato che il modello assistenziale utilizzato dai professionisti infermieri in U.T.I.C. era di tipo “tradizionale” ovvero orientato in senso bio-clinico piuttosto che attento agli aspetti psico-socio-relazionale. Lo Studio 2^ ha confermato che i professionisti infermieri formati (gruppo sperimentale) hanno acquisito e trasferite sul campo le competenze distintive fornite dal percorso formativo e ,quindi, hanno adottato un modello assistenziale integrato. Rispetto allo Studio 3^, è stato possibile soltanto rilevare gli outcomes riferiti ai pazienti seguiti dagli infermieri del gruppo di controllo che non avevano partecipato alla formazione. Pertanto si è stati impossibilitati al confronto.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Societàit
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Psicologiait
dc.rights© Rachele La Sala, 2013it
dc.subjectnarrative nursingit
dc.subjectcardiac rehabilitationit
dc.titleModello assistenziale tradizionale e integrato a confronto : outcomes bio-clinici e psico-socio-relazionali del paziente con sindrome coronarica acutait
dc.title.alternativeTraditional and integrated care model in comparison : bio-clinical and psycho-social-relational outcomes in patients with acute coronary syndromeit
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurM-PSI/05it
Appears in Collections:Lettere, Arti, Storia e Società. Tesi di dottorato

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