Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/1889/2140
Full metadata record
DC FieldValueLanguage
dc.contributor.advisorMussini, Massimo-
dc.contributor.authorTravisonni, Chiara-
dc.date.accessioned2013-06-06T08:48:27Z-
dc.date.available2013-06-06T08:48:27Z-
dc.date.issued2013-04-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/2140-
dc.description.abstractLa tesi indaga l’opera di Pietro Giacomo Palmieri, disegnatore, incisore e pittore, nato il 7 dicembre 1737 a Bologna; protetto dal Cardinal Lambertini, Palmieri riceve la sua formazione nell’ambito dell’Accademia Clementina e sotto la guida di Ercole Graziani, il quale, circa negli stessi anni, fu maestro anche di Gaetano Gandolfi. L’artista riceve diverse commissioni dagli stampatori cittadini, godendo di un rapporto privilegiato con Luigi Guidotti. L’analisi delle opere riconducibili al periodo bolognese permette di verificare il debito di Palmieri nei confronti di Graziani e in generale del filone classicista bolognese che rimonta a Donato Creti e Marcantonio Franceschini. L’esercizio di copia dalle stampe dei maestri, propedeutico all’educazione impartita presso l’Istituto accademico, trasmette a Palmieri una consuetudine all’imitazione dello stile altrui – in particolare, oltre ai modelli classici, quelli nordici, soprattutto olandesi –, un’attitudine che diventerà cifra caratteristica del suo linguaggio, nutrito di un gusto divertito per il pastiche, fatto di rimandi e citazioni colte, che si compiace dell’uso virtuosistico della penna, strumento che Palmieri domina con una disinvoltura che gli consente di fingere lo scambio tra le tecniche. Si trasferisce in seguito a Parma, dove, grazie alla protezione del ministro Du Tillot, viene nominato professore in Accademia per l’anno 1771. Nel 1773 raggiunge il suo protettore a Parigi, dove ha rapporti con importanti personaggi quali Basan e Wille. I cataloghi delle vendite parigine – nei quali vengono in particolare elogiate le mirabili qualità tecniche di Palmieri, la “facilità” del tratto a penna, la sua capacità di imitare lo stile altrui e di “scambiare le tecniche” - rendono testimonianza del ruolo giocato da Palmieri nell’ambito del collezionismo. L’assenza di menzioni di Palmieri nelle fonti letterarie di argomento storico-artistico trova ragione nel suo coinvolgimento col mercato e nell’assenza di rapporti coi canali ufficiali di committenza pubblica. Nel 1778 si reca a Torino, dove i suoi lavori vengono richiesti dalla corte e dall’aristocrazia locale e dove muore il 18 dicembre 1804, due anni dopo aver ricevuto la nomina a professore di disegno in Accademia Albertina. La sua permanenza a Torino ha inciso sul collezionismo di disegni e stampe olandesi della corte sabauda e sulla pittura di paesaggio locale.it
dc.description.abstractThis thesis investigates the work of Pietro Giacomo Palmieri, draftsman, printmaker and painter, born 7 December 1737 in Bologna; protected by Cardinal Lambertini, Palmieri received his training at the Clementina Academy and under the guidance of Ercole Graziani, who, about the same year, was also master Gaetano Gandolfi. The artist has received several commissions from printers citizens, enjoying a privileged relationship with Luigi Guidotti. The analysis of the works related to the Bolognese period allows you to verify the debt Palmieri against Graziani and in general the classical vein Bolognese comeback Donato Creti and Marcantonio Franceschini. The exercise of the copy prints of the masters, preparatory academic education imparted at the Institute, transmits to Palmieri a custom imitation of the style of others - in particular, in addition to the classic models, the Nordic countries, especially the Netherlands - a attitude that figure will become characteristic of his language, nurtured a taste for pastiche, made up of references and citations educated, which welcomes virtuoso use of the pen tool Palmieri dominates with an ease that allows him to pretend the exchange between techniques. He moved as a result of Parma, where, thanks to the protection of the Minister Du Tillot, he was appointed professor at the Academy for the year 1771. In 1773 reaches its patron in Paris, where he reports with important figures such as Basan and Wille. The catalogs of the sales in Paris - in which they are especially praised the admirable quality techniques Palmieri, the "easy" part of the pen, its ability to imitate the style of others, and to "exchange techniques" - bear witness to the role played by Palmieri part of collecting. The absence of mention of Palmieri in literary sources on history and artistic located right in his involvement with the market and the absence of relations with the official channels of government entity. In 1778 he went to Turin, where his works are required by the court and the aristocracy local and where he died December 18, 1804, two years after receiving his appointment as professor of drawing in the Albertina Academy. His stay in Turin affected the collections of Dutch drawings and prints of the House of Savoy and the local painting of landscape.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Beni culturaliit
dc.relation.ispartofseriesStoria dell'arte e dello spettacoloit
dc.rights© Chiara Travisonni, 2013it
dc.subjectPalmieri, Pietro Giacomoit
dc.subjectdrawingit
dc.titlePietro Giacomo Palmieri (Bologna, 1737-Torino, 1804)it
dc.title.alternativePietro Giacomo Palmieri (Bologna, 1737-Torino, 1804)it
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.soggettarioPalmieri, Pietro Giacomoit
dc.subject.soggettarioDisegni italiani - Sec. 18.it
dc.subject.miurL-ART/02it
Appears in Collections:Lettere, Arti, Storia e Società. Tesi di dottorato

Files in This Item:
File Description SizeFormat 
frontespizio, indice, capitoli I-IV.pdffrontespizio, indice, capitoli I-IV53.47 MBAdobe PDFView/Open
catalogo, appendici, riferimenti bibliografici.pdfcatalogo, appendici, riferimenti bibliografici115.52 MBAdobe PDFView/Open


Items in DSpace are protected by copyright, with all rights reserved, unless otherwise indicated.