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dc.contributor.advisorPasquarella, Cesira Isabella Maria-
dc.contributor.authorBarani, Roberto-
dc.date.accessioned2012-07-05T16:54:36Z-
dc.date.available2012-07-05T16:54:36Z-
dc.date.issued2012-03-06-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/1964-
dc.description.abstractLa tutela della salute del consumatore e della lealtà delle operazioni commerciali è l’obiettivo principale della legislazione alimentare, il cui rinnovato impianto degli ultimi decenni, in ambito europeo, si basa sulla continua ricerca di un efficace sistema di prevenzione dei rischi alimentari da parte dell’operatore dell’agro-alimentare e di un più coordinato meccanismo di controlli ufficiali. Ne sono testimonianza l’introduzione del Pacchetto Igiene (Regolamenti (CE) 852, 853, 854, 882/2004, e Direttiva 2002/99) e della Direttiva n. 41/2004 (cosiddetta direttiva “killer”) che ha abrogato il vecchio complesso delle direttive verticali. In Italia, tale tendenza è riscontrabile, tra l’altro, nel fenomeno di depenalizzazione dei reati minori in campo alimentare (D.Lgs n. 507/1999). La depenalizzazione si poneva come obiettivo quello di meglio chiarire il nuovo sistema legislativo con l’eliminazione di figure ipertrofiche d’illecito e di norme difficilmente coordinabili tra loro, ed abbandonava il preponderante carattere punitivo per privilegiare l’aspetto preventivo, dando centralità ai soggetti coinvolti, operatori del settore alimentare (OSA) e controllori, in base alle nuove regole dell’autocontrollo e dell’HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point). Nonostante tutto ciò, l’apparato sanzionatorio interno si fonda ancora sulla Legge n. 283/1962, “Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande” e su alcuni articoli del Codice Penale. Con il presente lavoro si è cercato di analizzare, tramite gli elenchi di sentenze pubblicati annualmente di concerto dai dicasteri della Salute e di Grazia e Giustizia, i dati nazionali inerenti ai principali reati in campo alimentare dal 2000 al 2009. Si è così osservata la distribuzione delle sentenze penali nelle singole regioni, monitorando le tipologie di reati verificatisi, gli alimenti maggiormente interessati, i tipi di aziende e di responsabili coinvolti. Tali risultanze sono state confrontate con quelle derivanti nello stesso periodo dal controllo ufficiale dei vari organi centrali e periferici nazionali e con quelli relativi alle tossinfezioni alimentari. Si sono pertanto evidenziati due ordini di fenomeni. Da una parte si riscontra un probabile beneficio apportato al sistema alimentare dall’autocontrollo e dal Pacchetto Igiene, oltreché dalla depenalizzazione. Dall’altra, parrebbero necessari un maggior coordinamento tra attività di controllo e giudiziaria e l’ottimizzazione del sistema di raccolta dei dati; nonché l’opportunità di disegnare un sistema sanzionatorio più consono agli attuali ambiti illeciti, affinché le funzioni di prevenzione, dissuasione e repressione risultino più efficaci per la salvaguardia del consumatore e della sicurezza alimentare, garantendo nel contempo maggior certezza alla regolare attività produttiva ed alla snella circolazione dei beni alimentari.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità di Parma. Dipartimento di Salute Animaleit
dc.relation.ispartofseriesDottorato di Ricerca in Disciplina Nazionale ed Europea sulla Produzione ed il Controllo degli Alimentiit
dc.rights© Roberto Barani, 2012it
dc.subjectFood safetyit
dc.subjectFood adulterationit
dc.subjectLegal sentencesit
dc.titleFrodi alimentari dal 2000 al 2009 in Italia. Analisi descrittiva delle principali fattispecie nell'attuale contesto sanzionatorio penale.it
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.soggettario344.04232it
dc.subject.miurVET/04it
dc.description.fulltextopenen
Appears in Collections:Scienze medico-veterinarie. Tesi di dottorato

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