Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/1889/1833
Full metadata record
DC FieldValueLanguage
dc.contributor.advisorDe Leo, Giulio-
dc.contributor.advisorChemello, Renato-
dc.contributor.advisorGristina, Michele-
dc.contributor.advisorSinopoli, Mauro-
dc.contributor.authorTimpanaro, Angela-
dc.date.accessioned2012-06-21T10:53:17Z-
dc.date.available2012-06-21T10:53:17Z-
dc.date.issued2011-12-15-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/1833-
dc.description.abstractNella complessa strategia riproduttiva delle specie marine nidificanti intervengono diverse componenti ecologiche abiotiche (i.e. caratteristiche fisiche del substrato) e biotiche (i.e. disponibilità di specie algali) che potrebbero assumere un ruolo importante nel successo riproduttivo. La formulazione e l’analisi di diverse ipotesi sul ruolo di queste componenti costituisce lo scopo del presente lavoro di ricerca usando come modello il labride Symphodus ocellatus. Il primo passo è stato quello di indagare circa la distribuzione spaziale della popolazione all’interno dell’area di studio, sia durante il periodo riproduttivo sia durante i periodi non riproduttivi. L’indagine è stata svolta su diversi ambienti: roccia, sabbia e Posidonia oceanica. I risultati hanno mostrato che la specie predilige i fondali rocciosi, dove trascorre l’intera fase adulta, e solo occasionalmente si trova anche su P. oceanica che potrebbe utilizzare come rifugio temporaneo in presenza di predatori. Inoltre, esaminando diverse località a substrato roccioso, è emerso che gli individui di S. ocellatus erano presenti solo in alcune di queste. Questo potrebbe indicare la presenza di fattori capaci di influire fortemente sulla distribuzione spaziale della popolazione. Il secondo obiettivo è stato quello di indagare sul ruolo dell’habitat nella riproduzione di S. ocellatus, ad una scala spaziale più piccola. Nello specifico sono stati studiati per la prima volta i requisiti di habitat per la nidificazione secondo la domanda: Ad una scala spaziale minore, a livello di microarea, esistono delle variabili che potrebbero influenzare la scelta del sito di nidificazione? I risultati sembrano indicare che S. ocellatus per la costruzione del nido predilige bassi fondali con una ricca copertura vegetale. In particolare, la presenza di Dictyotales e di forme algali a canopy alta sono requisiti elettivi fra le variabili esaminate per la scelta del sito di nidificazione. Le alghe a canopy alta potrebbero costituire una forma di protezione del nido, rappresentando una barriera fisica per l’attenuazione del moto ondoso, specie in ambienti tanto turbolenti come quelli di basso fondale. Un altro aspetto che potrebbe essere legato alla preferenza di ambienti a canopy alta potrebbe essere il rischio predatorio. In questo senso le alghe erette potrebbero determinare una diminuzione della visibilità del nido che risulterebbe vantaggiosa contro le incursioni di maschi cospecifici e di predatori. Nel terzo obiettivo la scala di indagine si è ridotta ulteriormente a livello di “nido”. È stato approfondito il ruolo delle risorse usate dal labride per la costruzione del nido studiandone la struttura e la composizione algale. In questa fase di indagine è stata avanzata anche l’ipotesi che le specie algali impiegate nella costruzione del nido siano scelte dal labride attivamente. Studiando la struttura del nido sono emerse delle differenze fra la porzione superiore e la porzione inferiore in termini di composizione algale, specie algali differenti sono incorporate in siti differenti all’interno del nido. In particolare, J. rubens caratterizza la porzione superiore del nido che costituisce il substrato di deposizione delle uova, mentre Cystoseira spp. e Dictyota linearis caratterizzano la composizione in specie della porzione inferiore, altamente intrecciate costituiscono la base del nido. L’esame del nido suggerisce, quindi, che il pesce costruisce il nido dalla base verso la parte superiore cambiando gradualmente le specie algali impiegate. Per quanto riguarda la composizione in specie del nido è risultato che le specie più utilizzate per la costruzione sono rispettivamente Jania rubens, Dictyota linearis, Lophocladia lallemandii e Cladophora rupestris. Queste specie infatti rappresentavano da sole più del 80% del peso secco dei nidi osservati. Inoltre, i risultati hanno confermato l’ipotesi secondo la quale le specie algali impiegate nella costruzione del nido sono scelte attivamente dal labride. Infatti S. ocellatus seleziona attivamente determinate specie algali rispetto ad altre. Nello specifico è risultato un alto valore di preferenza per la specie Jania rubens la cui presenza nell’habitat intorno al nido risultava essere inferiore rispetto ad altre specie algali (per esempio Cystoseira spp. e Dictyota linearis). La selezione attiva da parte di S. ocellatus per questa specie potrebbe essere dovuta alle caratteristiche strutturali dell’alga. Tali caratteristiche potrebbero rispondere a determinate esigenze funzionali implicate nella protezione e nel corretto sviluppo delle uova, e quindi nel successo riproduttivo. Infatti la fitta matrice di frammenti dell’alga calcarea, flessibili ed al tempo stesso molto resistenti, potrebbe conferire al nido una resistenza meccanica, protezione delle uova e allo stesso tempo un’adeguata ossigenazione, superiori a quelli forniti da altre specie algali. L’ultimo obiettivo del dottorato è stato quello, quindi, di approfondire il ruolo funzionale delle specie algali presenti nel nido per rispondere alla domanda: Perché il labride impiega determinate specie algali nella costruzione del nido rispetto ad altre? È stata così formulata un’ipotesi basata sul comportamento meccanico delle specie: le specie algali più rappresentate all’interno del nido di S. ocellatus hanno delle performance meccaniche migliori in termini di resistenza rispetto alle specie meno presenti. I risultati delle prove di micropressione, microtrazione e delle prove a rottura confermano tale ipotesi e mostrano come le specie più selezionate da parte del pesce sono le più resistenti. Nel dettaglio, Jania rubens, Dictyota linearis e Cladophora rupestris che sono le specie più usate presentano un carico di rottura maggiore rispetto alle specie Laurencia hybrida e Cystoseira sp. meno selezionate dal Tordo ocellato. Questo studio rappresenta un primo passo verso la comprensione dei processi che sono alla base delle scelte effettuate da S. ocellatus relative l’uso delle risorse impiegate nel delicato processo della nidificazione.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Scienze Ambientaliit
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Ecologiait
dc.rights© Angela Timpanaro, 2012it
dc.subjectNestingit
dc.subjectMarine fishit
dc.subjectTyrrhenian Seait
dc.subjectSymphodus ocellatusit
dc.titleFattori ecologici nel processo riproduttivo di una specie marina nidificante, Symphodus ocellatus: ruolo dell’habitat e delle risorseit
dc.title.alternativeEcological factors in the reproductive process of a marine nesting species, Symphodus ocellatus: role of habitat and resourcesit
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurBIO/07it
dc.description.fulltextopenen
Appears in Collections:Scienze ambientali. Tesi di dottorato

Files in This Item:
File Description SizeFormat 
Timpanaro_Angela_Tesi_Dottorato.pdfTesi Dottorato1.67 MBAdobe PDFView/Open


This item is licensed under a Creative Commons License Creative Commons