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dc.contributor.advisorPerini, Silvia-
dc.contributor.authorColombo, Petra-
dc.date.accessioned2012-06-20T10:36:50Z-
dc.date.available2012-06-20T10:36:50Z-
dc.date.issued2012-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/1819-
dc.description.abstractLa tesi della dott.ssa Petra Colombo si focalizza sullo studio del CBM (curriculum-based measurement), una nuova proposta specifica sul tema della misurazione e della valutazione dell’apprendimento. Questo metodo trova il suo fondamento teorico-metodologico nella psicologia comportamentale dell’educazione, in un approccio evidence-based, e segna il passaggio, nella valutazione del rendimento e della performance degli studenti, da un approccio tradizionale che valuta il rendimento in base all’aderenza del soggetto ad una norma finale condivisa da raggiungere ad una prospettiva che si concentra sul monitoraggio dei progressi, in modo da ottenere una valutazione più dinamica e più indicativa dell’evoluzione delle competenze dello studente (Messick, 1989). Nella pratica didattica tradizionale raramente valutazione e monitoraggio dei progressi dello studente vengono basati su protocolli scientificamente validati, costruire protocolli CBM porta un contributo in tal senso. Fino a trent’anni fa, l'approccio dominante per il monitoraggio dei progressi di un allievo era la misurazione della “mastery”, cioè la padronanza del compito. Verso la fine degli anni ‘70, Stanley Deno dell’ Institute For Resarch on Learning Disabilities (IRLD) dell'Università del Minnesota, ha dato il via ad un programma sistematico di ricerca sulle caratteristiche tecniche, le sfide logistiche, e l'efficacia istruttiva del monitoraggio dei progressi (Fuchs, 2004). Il focus d’interesse iniziale di questo programma di ricerca era la misurazione della “mastery”, ma sono rapidamente emerse diverse difficoltà tecniche. Per esempio, per valutare la “mastery” di un'abilità specifica, ogni test criteriale fa riferimento alla misurazione di una sola abilità. Ma una valutazione di questo tipo è potenzialmente ingannevole, perché molti soggetti con basso rendimento possono leggere adeguatamente parole CVC (consonante vocale consonante) se sanno che tutte le parole sulla pagina si conformano a tale modello. Ma se un test include parole con diversi modelli fonetici (come accade il più delle volte nelle verifiche finali e nel mondo reale), questi stessi studenti non sono più in grado di eseguire il compito con lo stesso livello di competenza che si riteneva acquisita (Fuchs, 2004). Questo mette in discussione l’assunto alla base della misurazione di “mastery” secondo cui il raggiungimento di diversi obiettivi “a breve termine” o “parziali” si integra in una più ampia competenza; e fa emergere la necessità di rivalutare la relazione tra i singoli obiettivi testati durante l’anno ed una performance finale valutata più globalmente. Per fornire una risposta a questo problema, Deno (1985) ha concettualizzato un approccio alternativo ai fini del monitoraggio dei progressi: il curriculum based measurement (CBM). Una sfida chiave nello sviluppo del CBM è quindi identificare compiti di valutazione che integrino simultaneamente le varie abilità richieste per la prestazione competente di fine d'anno (Fuchs, 2004). Deno, et al. (1982) hanno identificato la “passage reading fluency”, la fluenza nella lettura di un brano (ORF: “oral reading fluency"), come compito chiave del protocollo CBM per la lettura. . Gli autori hanno dimostrato come la correlazione di questo compito con criteri di misura riconosciuti, sia significativamente più alta rispetto ad altri potenziali compiti CBM. Concettualmente, ha senso che la fluenza di lettura sia un indicatore robusto di competenza di lettura globale. Per quanto riguarda lo sviluppo della tesi dottorale della candidata, bisogna sottolineare un primo aspetto di criticità: su questo argomento non è presente letteratura né materiale specifico in lingua italiana, non è quindi possibile avvalersi di prove che siano già state validate o comunque sottoposte ad un qualche tipo di sperimentazione. Il primo passo deve quindi necessariamente essere quello di creare e validare del materiale adeguato. Data la ridotta disponibilità di risorse, ho scelto di concentrarmi su un solo specifico obiettivo, anche se senz’altro ridotto rispetto al più ampio “mondo del CBM”, in modo da poter effettuare una ricerca quanto più possibile accurata. La ricerca è quindi circoscritta ad un solo compito (lettura) per una sola fascia d’età (2’ elementare). E l’obiettivo è perciò: validazione di materiale utile alla creazione di protocolli per il monitoraggio e la valutazione dell’abilità di lettura in soggetti della classe 2’ di scuola primaria. I soggetti coinvolti sono bambini delle classi prime, seconde e terze della scuola primaria, 104 per il primo studio, 86 per il secondo e 100 per la terza fase. Per la costruzione dei protocolli si è così proceduto: da 150 brani complessivi, tratti da libri di lettura e testi scolastici adottati nelle scuole per la fascia d’età considerata, sono stati estratti in modo randomizzato 30 brani (lunghezza media: 153,44 parole per 307,74 sillabe). Il materiale testato si compone inoltre di 15 prove MAZE costruite ad hoc (si tratta di un brano in cui ogni settima parola è sostituita da una parentesi con un set di tre parole tra cui scegliere). La somministrazione dei brani è stata effettuata nell’arco dell’ultimo mese di scuola (maggio-giugno 2010) cioè nel periodo in cui abitualmente vengono condotti gli screening di fine anno: questo perché il proposito, in questa fase di ricerca, era di valutare la validità dei singoli brani rispetto alla prestazione finale richiesta. Ai soggetti sono state somministrate inoltre delle prove standardizzate (MT e liste COST). L’analisi di questo primo materiale raccolto, ha permesso di perfezionare il materiale stesso e le modalità di somministrazione, adottando alcuni accorgimenti per il secondo studio effettuato nel 2011 (maggio-giugno). Ad ottobre 2011 è stato effettuata un’ulteriore raccolta dati, la terza fase delle studio, somministrando i brani anche un campione di soggetti della classe 2’ di scuola primaria all’inizio dell’anno scolastico, oltre alle prove MT sia per la classe 2’ che per la classe 3’. Gli studi hanno confermato alcune ipotesi presenti in letteratura, come, ad esempio, l’efficienza di una sola somministrazione CBM al posto di tre prove di lettura (Ardoin et al.,2004). L’analisi dei dati raccolti permette inoltre di selezionare, tra il materiale testato, quali brani sono più indicati per la creazione di un protocollo CBM in lingua italiana.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Psicologiait
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Psicologiait
dc.rights® Petra Colombo, 2012it
dc.subjectCBMit
dc.subjectcurriculum based measurementit
dc.titleMonitoraggio e screening delle prime fasi d’apprendimento della lettura: contributo per la validazione italiana del metodo CBM (curriculum based measurement)it
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurM-PSI/04it
dc.description.fulltextopenen
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