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dc.contributor.authorVisentin, Chiara-
dc.contributor.editorBrusa, Antonio-
dc.contributor.editorBonini, Gabriella-
dc.date.accessioned2012-02-06T15:15:09Z-
dc.date.available2012-02-06T15:15:09Z-
dc.date.issued2010-
dc.identifier.citationChiara Visentin, I paesaggi delle archeologie, una passeggiata culturale nella memoria, in: Il paesaggio agrario italiano. Protostorico e antico. Storia e didattica. Summer school Emilio Sereni (26-30 agosto 2009), a cura di G. Bonini, A. Brusa e R. Cervi, Istituto Alcide Cervi, 2010it
dc.identifier.isbn978-88-904211-1-2it
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/1729-
dc.description.abstractPaesaggi antropizzati fin dall’antichità, da quando appunto il territorio potremmo dire diventa paesaggio, sono sia il paesaggio agrario che il paesaggio archeologico: dirette conseguenze temporali di un processo molto lungo che ha comportato profonde modificazioni culturali e/o fisiche del territorio, effetti della lenta stratificazione dell’attività agricola sul primitivo paesaggio (territorio) naturale e della sua evoluzione urbana ed insediativa. Quando il paesaggio agrario si fonde con quello archeologico, ecco che la storia della civiltà dell’uomo si esplicita nei suoi segni più distintivi. Nei suoi iconemi fondanti e, speriamo, immodificabili. Un paesaggio a noi attuale ancor oggi, nel quale cerchiamo e vogliamo riuscire tuttora a riconoscere quei caratteri fondamentali di luogo antropizzato nel tempo, di cui ormai facciamo difficoltà a riconoscere i caratteri fondanti . Spesso è l’interazione tra vari soggetti e diversificate discipline che può aiutarci nell’individuazione di tali elementi di riferimento: archeologi, storici, sopraintendenti, studiosi, amministrazioni, architetti, tecnici, cittadini: tutti partecipi per la conoscenza e tutela del bene comune. Lo stesso fondante libro di Emilio Sereni sul paesaggio agrario in qualche modo voleva essere condotto con stretti riferimenti alla letteratura e all’arte, utilizzando molteplici strumenti: quelli dello storico, dell’economista, del sociologo, dell’agronomo.it
dc.description.abstractSince ancient cultural landscapes are both the agricultural landscape that the archaeological landscape: consequences of a lengthy process that has led to profound changes in cultural and physical territory and its evolution and urban settlements. When the agricultural landscape merges with the archaeological history of human civilization explicit in its most distinctive signs. A landscape in which today we seek to recognize those fundamental characteristics of man-made point in time, which now make it difficult to recognize the fundamental characters. Often it is the interaction between different players and different disciplines that can help in the identification of these points of reference: archaeologists, historians, superintendents, academics, governments, architects, engineers, citizens, all participants for the knowledge and protection of the common good. The same fundamental book by Emilio Sereni on the agricultural landscape in some way would be conducted with close references to literature and art, using various tools: those of the historian, economist, sociologist, agronomist.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherEdizioni Istituto Alcide Cerviit
dc.rights© Chiara Visentin, 2010it
dc.subjectArchaeological Landscapeit
dc.subjectMemoryit
dc.subjectRural Landscapeit
dc.titleI paesaggi delle archeologie, una passeggiata culturale nella memoriait
dc.title.alternativeThe Landscapes of Archaeology. A cultural walk in the memoryit
dc.typePart of book or chapter of bookit
dc.subject.miurICAR/14 - Composizione architettonica e urbanait
dc.subject.miurICAR/15 - Architettura del paesaggioit
dc.description.fulltextopenen
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