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Title: Re-inventare una comunità locale. La luxury sophistication di Campione del Garda e la memoria dimenticata
Authors: Visentin, Chiara
Issue Date: 2011
Publisher: Paysage
Document Type: Lecture
Abstract: Ci sono luoghi in cui la geografia provoca la storia. Nella nostra stretta contemporaneità ci sono consumi e comportamenti che possono reinventare completamente i luoghi. Conseguentemente cancellare la memoria di ciò che sono stati o ancor peggio trasfigurarla in caricature che del passato portano solo alcuni segni, trasformati in esagerazioni demodé. Ormai la cultura dello “shopping mall”, “in stile”, dei parchi a tema è entrata nel nostro quotidiano, studiata ed analizzata a fondo da sociologi, urbanisti, antropologi. L’illusione del non-luogo, espressamente inventato tralasciando ciò che è stata la storia (di uomini e di luoghi), la tendenza alla chiusura, la simulazione di un mondo ricreato spesso da interessi prettamente finanziari e molto poco dalle reali necessità di una collettività, hanno modificato ormai gli spazi urbani collettivi in simulacri di artefatte necessità. Le Disneyland o Celebration americane ed europee (ora anche asiatiche) sono divenute negli anni numerosissime: le correnti stilistiche ed architettoniche che in qualche modo le assolvono (i New Urbanism e Carlo d’Inghilterra ne sono esempio) sono diventate lobby decisionali molto potenti, che decretano di frequente lo stile delle riconversioni di centri storici urbani o le fondazioni di nuove città. Sembra insomma che la falsificazione di una realtà urbana realizzata altrove (nello spazio e nel tempo) possa essere “esportata” in luoghi non conformi per morfologia, clima, società. Il caso della cittadina bresciana di Campione del Garda appare oggi paradigmatico. La collocazione geografica e il paesaggio che la circondano sono da sempre in una condizione di splendido isolamento che non ha paragoni con quella di altri centri del Lago. Luogo remoto, è divenuto nel tempo borgo di pescatori, poi villaggio operaio, fervidamente ancorato alla realtà lavorativa, nella tipica consuetudine dei paesi produttivi realizzati dagli imprenditori italiani per i propri lavoratori; tutto questo dalla fine dell’Ottocento agli anni quaranta del Novecento, seguendo una precisa ideologia, quella del paternalismo di fabbrica. La sistemazione edilizia, etnica ed urbana si è consolidata in borgo operario tipico, su cui si è strutturato un modello sociale capace di sopravvivere per molti anni. Il lento (ma riparabile) declino di questo straordinario “paesaggio ideale” di lavoro e di residenza, frazione costruita dalla vita quotidiana stessa della sua comunità, è stato fermato all’improvviso nel 2002 con l’acquisto dell’intero centro abitato da parte di una importante cooperativa edilizia per trasformarlo da reale borgo a virtuale centro di villeggiatura di lusso, dove ogni cosa viene stravolta: la chiesa, nelle intenzioni di progetto, viene trasformata in una wellness spa e la dimora “del padrone” della fabbrica servirà per accogliere le suite dell’albergo. I pochi abitanti già portati altrove, l’impianto urbano trasformato. Attualmente tale alterazione è in atto, su disegno di una importante firma dell’architettura. E' esso l’esempio di una sempre più comune consuetudine al rifondare realtà irreali virtualmente falsificatorie, dove non si tiene conto del significato intrinseco e della memoria dei luoghi e delle comunità che li abitano.
The illusion of non-place, leaving out what specifically was invented the story (of people and places), the tendency towards closure, the simulation of a world recreated often purely financial interests and very little from the real needs of a community , have now changed the urban collective images of artifacts needs. The thousand Celebration and Disneyland towns have become numerous over the years: current architectural style and somehow perform (New Urbanism and prince Charles are example) have become very powerful lobby decision-making, which frequently decreed style of conversions of historic urban centers or foundations of new cities. Short, it seems that falsification of an urban built elsewhere (in space and time) can be "exported" in places not conform to the morphology, climate, society. The case of Brescia town of Campione del Garda is now typical. The geographical location and the landscape surrounding it are always in a state of splendid isolation that has no comparison with that other towns on Garda Lake coast: has become over time a fishing village, then workers' village, working fervently grounded in reality , the typical factory village, following a specific ideology, that of the factory paternalism. The slow (but repairable) decline of this extraordinary "ideal landscape" of work and residence, a village built by the same daily life of his community, was suddenly stopped in 2002 with the purchase of the entire town by a major housing association to transform from real to virtual village resort of luxury, where everything is turned upside down: the church, for the intent of the project, is transformed into a wellness spa and the villa of the director of the factory will serve to accommodate suites. The few inhabitants already taken elsewhere, urban transformation in act. Currently this change is implemented,at the signing of an important architectural design archistar.
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