Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/1889/1713
Titolo: "Quello splendido faber". Sui destini moderni di una citazione dantesca
Autori: Vitale, Rosario
Data: dic-2011
Document Type: Article
Abstract: L'articolo prende in considerazione la metafora del poeta-fabbro, a partire dall'espressione dantesca “miglior fabbro” (usata nel XXVI canto del Purgatorio per Arnaut Daniel), e ne segue l'itinerario fino alla poesia di Giorgio Caproni, che il collega Mario Luzi già definiva uno “splendido faber”. L'immagine rivela che quello del poeta, occupato a martellare e limare i versi nella sua officina, è un mestiere artistico ma anche artigianale: lo dimostrano anche gli echi danteschi contenuti in The Waste Land di Thomas Stearns Eliot.
This article will analyze the poeta-fabbro (poet-blacksmith) metaphor in various texts throughout time, starting with the analysis of Dante's expression “miglior fabbro” (used to refer to Arnaut Daniel in Purgatory , canto XXVI), up to Giorgio Caproni. Indeed, Mario Luzi – Giorgio Caproni's colleague – already called him a “splendido faber”. This image puts forward the idea that writing poems not only is an artistic process, but also implies artisanal work. In fact, like an artisan, the poet hammers and polishes lines in his workshop. This is also proved by T. S. Eliot's allusions to Dante in The Waste Land.
È visualizzato nelle collezioni:Parole rubate / Purloined letters: 2011, 4

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