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dc.contributor.advisorDavid, Salvatore-
dc.contributor.authorJovane, Carlo-
dc.date.accessioned2011-07-25T16:07:54Z-
dc.date.available2011-07-25T16:07:54Z-
dc.date.issued2011-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1889/1645-
dc.description.abstractSono stati analizzati retrospettivamente pazienti sottoposti a trapianto renale presso Università dell’Insubria e Azienda Ospedaliera “Fondazione Macchi” in Varese, dal 01-01-2009 al 01-12-2010. Sono stati individuati quattro schemi terapeutici di terapia di induzione: Gruppo I Terapia con anticorpi mono e policlonali (Basiliximab+ATG Fresenius S) Gruppo II Terapia solo con anticorpo monoclonale (Basiliximab) Gruppo III Terapia senza anticorpi Gruppo IV Terapia solo con anticorpi policlonali (Thymoglobuline). In tutti i pazienti, la terapia immunosoppressiva di mantenimento ha previsto, alternativamente, l’uso di Steroidi/Tacrolimus/MMF, Steroidi/Cya/Everolimus, in alcuni casi Steroidi/Sirolimus/Cya. Nel gruppo IV l’età dei donatori è risultata statisticamente maggiore rispetto al gruppo III. Nel gruppo III l’incidenza di rigetti acuti è risultata statisticamente maggiore. Sia i rigetti acuti che le riattivazioni del CMV sono risultate essere associate in modo statisticamente significativo. Nessuna differenza tra i gruppi in termini di insorgenza di leucopenia. I casi di trombocitopenia nel gruppo IV è stata statisticamente maggiore rispetto al gruppo II. I casi di linfopenie nel gruppo I hanno riguardato il 97% dei pazienti al 1° giorno del trapianto, ma è risultato essere un fenomeno transitorio, privo di complicanze cliniche. Al 6° mese solo il 13% dei pazienti ha avuto un episodio di linfopenia. Le complicanze infettive (infezioni delle vie urinarie) sono risultate paragonabili tra i gruppi. Le complicanze maggiori (morte del paziente, perdita del graft) sono risultate distribuite tra i gruppi senza differenze. Da questi dati preliminari emerge che l’induzione con Anticorpi mono e/o policlonali si associa a una riduzione dell’ incidenza di rigetti, anche nei casi di donatori con rischio aumentato; l’uso di tali anticorpi è un trattamento sicuro, con effetti collaterali ematologici transitori e privi di complicanze cliniche. È necessario uno studio prospettico randomizzato tra i tre gruppi (monoterapia con Ab mono e policlonali e l’associazione tra i due farmaci) per verificare se ci siano reali differenze in termini di sopravvivenza del paziente e del graft.it
dc.language.isoItalianoit
dc.publisherUniversità degli Studi di Parma. Dipartimento di Clinica Medica, Nefrologia e Scienze della Prevenzioneit
dc.relation.ispartofseriesDottorato di ricerca in Fisiopatologia dell'insufficienza renaleit
dc.rights© Carlo Jovane, 2011it
dc.subjectInduction therapyit
dc.subjectKidney transplantationit
dc.titleLa terapia di induzione nel trapianto renale: confronto tra diversi protocolli con anticorpi mono e/o policlonaliit
dc.typeDoctoral thesisit
dc.subject.miurMED/14it
dc.description.fulltextopenen
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