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https://hdl.handle.net/1889/4316
2024-03-28T14:21:40ZUna breve indagine sul mercato dell’arte. Interviste alle tre direttrici delle fiere italiane di arte contemporanea: Ilaria Bonacossa, Adriana Polveroni e Angela Vettese
https://hdl.handle.net/1889/4358
Title: Una breve indagine sul mercato dell’arte. Interviste alle tre direttrici delle fiere italiane di arte contemporanea: Ilaria Bonacossa, Adriana Polveroni e Angela Vettese
Authors: Rossi, Valentina
Abstract: Nell’arco dell’ultimo decennio abbiamo assistito ad una continuo mutamento del format delle fiere d’arte: questa è diventata camaleontica, non solo spazio per la compravendita ma anche momento di approfondimento culturale, scambio e dibattito. Questa breve indagine è stata pensata come un questionario, uno strumento capace di registrare informazioni in modo standardizzato, proponendo quindi ai direttori di tre fiere italiane, quali Artissima, Art Verona e Arte Fiera, le stesse cinque domande declinate di volta in volta in relazione al contesto specifico della manifestazione.2017-12-01T00:00:00ZLudovico Mazzolino alla prova del mercato d’arte, novecentesco e non solo
https://hdl.handle.net/1889/4356
Title: Ludovico Mazzolino alla prova del mercato d’arte, novecentesco e non solo
Authors: Bliznukov, Andrei
Abstract: Per un artista come Ludovico Mazzolino, pittore di pochissime opere pubbliche superstiti e, dunque,
attualmente, per via delle circostanze storiche, diventato maestro di piccoli formati per eccellenza, la
fortuna commerciale diventa più di una semplice sequenza di cifre e di somme di risultati di
aggiudicazione. Questi risultati, a volte ottimi a volte scarsi, diventano inevitabilmente un indice molto
sensibile del gusto corrente per la sua pittura e un termometro capace di esprimere il grado di
apprezzamento anche estetico della sua opera. La presenza di opere del pittore sul mercato italiano
lungo tutto il Novecento, e che coinvolge alcuni dei protagonisti di prima grandezza del commercio
d’arte, permette di seguire la sua fortuna presso i collezionisti in parallelo a quella presso gli studiosi.
A volte l’incrociarsi di questi percorsi – appunto quello accademico e quello collezionistico – apre a
prospettive poco scontate nella comprensione delle dinamiche sia degli studi scientifici che del mondo
del mercato d’arte.
The main subject of the present study is the commercial fortune of the paintings by Ludovico
Mazzolino with particular attention towards the period embracing 19th and 20th centuries. During this
period the quotation of the artist’s works, the concrete and objectively measurable index of the public’s
taste towards his paintings, follows rapid decline in the 19th century followed by the stabilization in the
20th century in the area of what can be called that of the lesser old masters. This circumstance of this
lack of interest is common with the fortune of many other Italian artists previously widely considered as
great and now seen as minor, if not insignificant artistic personalities. Consequently, the knowledge of
this masters abandons the waste dominion of general consciousness in favour of the extremely limited
that of the strictly specialized literature.2017-12-01T00:00:00Z«Tiziano?», «Correggio?». Due expertise di Ludwig Baldass e Roberto Longhi nell'archivio di Antonio Morassi
https://hdl.handle.net/1889/4354
Title: «Tiziano?», «Correggio?». Due expertise di Ludwig Baldass e Roberto Longhi nell'archivio di Antonio Morassi
Authors: Zavatta, Giulio
Abstract: Presso l’archivio e fototeca di Antonio Morassi è conservato un fascicolo contenente alcune fotografie
e due expertise su dipinti ritenuti di Tiziano e di Correggio. Lo studio dei documenti consente di far
riemergere autografi degli studiosi Ludwig Baldass e Roberto Longhi, e di evocare più ampi contesti sul
mercato dell’arte nel dopoguerra e sul dibattito critico intorno all’arte di Correggio.
The Photo Archive Antonio Morassi (Ca' Foscari University of Venice) contains a unique file with
photographs and expertises on two paintings attributed to Titian and Correggio. This paper aims to
investigate the role played by the two art historians Ludwig Baldass and Roberto Longhi in this "affair",
which represents an evocative case study for the history of Italian art market after the Second World
War, and for the critical debate over Correggio and his legacy.2017-12-01T00:00:00ZIl tardogotico estense tra critica e mercato dell’arte
https://hdl.handle.net/1889/4353
Title: Il tardogotico estense tra critica e mercato dell’arte
Authors: Guerzi, Chiara
Abstract: Nel contributo si discutono alcuni casi di dispersione del patrimonio culturale del tardogotico ferrarese
e si indaga, da un lato, il percorso collezionistico e di mercato vissuto da tali manufatti tra Otto e
Novecento, sino all‟approdo nelle attuali sedi, dall‟altro, più in generale, il contesto culturale cittadino e
le ragioni che hanno contribuito al grave depauperamento del tessuto storico-artistico
prerinascimentale. Questa perdita di opere d‟arte è dovuta all‟imperare di un gusto per le opere dei
secoli d‟oro della cosiddetta Officina ferrarese, ma anche alla distruzione di importanti siti e contesti
del Medioevo estense avvenuta già nel corso del Sei e del Settecento. In netta controtendenza e in
anticipo sui tempi, in quanto a monte della storica Mostra della pittura ferrarese del 1933 (capitolo
determinante per l‟avviarsi della rivalutazione degli artisti attivi agli “albori del Rinascimento”), dovrà
essere citato il percorso di studio, presso l‟ateneo bolognese, del giovane Filippo de Pisis e la sua
ancora più precoce attività di pubblicista. Uno dei pochi momenti di risarcimento alla limitata sensibilità
mostrata dalla città verso i propri “primitivi” sarà, nella seconda metà del Novecento, l‟opera di acquisti
per la propria collezione messa in atto dalla Cassa di Risparmio di Ferrara.
In the present contribution are examined some cases of the dispersion of the Ferrarese historic and
artistic heritage of the late-gothic age and the pedigrees of these works of art in the 19th and 20th
centuries till their arrival to the present day locations. In more general sense are analysed the cultural
climate of Ferrara and the reasons for this heavy impoverishment of the artistic contexts of the age
preceding the Renaissance one. This loss of the works of art is due to the dominating taste for the
golden ages of the so-called Officina ferrarese and, also, to the destruction or dismantling yet during
the 17th and 18th centuries of the waste majority of the Medieval Ferrarese monumental complexes.
In clear countertendency and anticipating the times (as long before the legendary exhibition Mostra
della pittura ferrarese – Exhibition of the Ferrarese painting – of 1933, the determinant factor to
revaluate the pre-Renaissance artist of the school of Ferrara), must be considered the scholarly career
at the Bologna University of the young Filippo de Pisis and his much more precocious journalistic
activity relative to the themes here examined. One of the rare moments of the partial compensation to
this limited sensibility of Ferrarese milieu to the proper “primitives” is the worthy activity in acquisition
of the works of art by the local Bank – the Cassa di Risparmio di Ferrara in the second half of the 20th
century.2017-12-01T00:00:00Z